GASDOTTO IN PUGLIA

Tap, Di Maio: "Risarcimento anche più alto di 20 miliardi"

Per il vicepremier si tratta di un'opera "non strategica e che si poteva evitare"

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Il vicepremier Luigi Di Maio interviene ancora sul gasdotto Tap in Puglia dopo il passo indietro del governo. "Il risarcimento è anche più alto di 20 miliardi. Noi ci siamo battuti contro quest'opera. Se fossimo andati al governo nel 2013, non si sarebbe fatta - spiega Di Maio - . Il Pd e i governi precedenti hanno fatto accordi internazionali e questo genera una serie di miliardi di euro da sborsare che lo Stato italiano non si può permettere".

"Avevamo detto che la Tap sarebbe rientrata in uno studio costi-benefici. Quelli di prima - accusa Di Maio - hanno fatto in modo da blindare un'opera che per me non è strategica e che per me si poteva benissimo evitare, ma dire agli italiani 'guardate, noi abbiamo scherzato, togliamo di mezzo tutta la manovra, sia l'abbassamento delle tasse, sia il reddito di cittadinanza, sia la pensione di cittadinanza, sia il superamento della Fornero, li dobbiamo eliminare per mettere a bilancio il risarcimento', credo non sia onesto".

"Opera non strategica" - "Dire la verità ai cittadini non significa aver cambiato idea rispetto alla campagna elettorale - ribadisce il vicepremier - . Significa arrivare ai ministeri, studiare le carte, studiare gli accordi e fare tutte le proiezioni di rischio per le casse dello Stato".

Sindaco di Melendugno: "Il ministro Lezzi è in stato confusionale" - Le tensioni non si placano, nonostante le parole di Di Maio, soprattutto tra i militanti dei Cinquestelle e, in particolare, nelle località coinvolte nel progetto. "Il ministro Barbara Lezzi è in stato confusionale e dovrebbe ascoltare un consiglio da un teppistello. Eviti come ministro del Sud, di seguire tutte le decisioni che le impone il ministro Salvini, vero capo politico di questo governo. Non le conviene troppo, né a lei né temo al nostro Sud", afferma su Facebook Marco Potì, sindaco di Melendugno, il Comune dove è previsto l'approdo del Tap. Le parole del primo cittadino pugliese sono una risposta al videomessaggio del ministro del Sud, che aveva definito "maniere da teppistello" le dichiarazioni di Potì. Quest'ultimo alla Lezzi aveva "intimato di non tornare lì".

"La ministra Lezzi - risponde Potì - è in evidente stato confusionale e palesemente in difficoltà. Non ho mai chiesto le sue dimissioni né quelle dei suoi colleghi. Facesse lei da sola i conti con la propria coscienza. Non le ho mai detto di non tornare nel Salento. Io non sono nessuno per dirlo o impedirlo. Può farlo come, quando, dove vuole. A testa alta o a capo chinato".