L'intercettazione

Caso Cucchi, ecco l'audio della telefonata shock: "Magari morisse..."

Secondo gli atti la frase sarebbe stata pronunciata "con elevata probabilità" dal carabiniere Vincenzo Nicolardi

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E' la notte tra il 15 e il 16 ottobre. Stefano Cucchi si trova in una camera di sicurezza della caserma dei carabinieri di Tor Sapienza di Roma dove il giovane comincia a stare male si presume dopo essere stato picchiato. L'audio che ascoltate risale a quei momenti. La centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Roma contatta un militare che può essere identificato "con elevata probabilità" con Vincenzo Nicolardi, secondo quanto riportato negli atti depositati in aula dal pm romano Giovanni Musarò. "Senti mi ha chiamato Tor Sapienza, la stazione… dice che lì c’è un detenuto dell’Appia, non so quando ce l’avete portato, se stanotte o ieri… che sta andando all’ospedale, che dice che si sente male, che c’ha attacchi epilettici e compagnia bella", dicono dalla centrale. “E vabbé – risponde Nicolardi – chiamasse l’ambulanza“. Gli rispondono: "L'ambulanza è stata già chiamata...Vedete che fine fa". La replica di Nicolardi è shoccante: “Magari morisse, li mortacci sua oh“.

“E lo so – risponde la centrale – ma siccome è detenuto in cella non è che può andare per i fatti suoi”. E Nicolardi - imputato per calunnia nel processo Cucchi bis in corso in Corte d’assise d’Appello - spiega: “No, non è quello. Il discorso è questo: è che da oggi pomeriggio che noi stiamo sbattendo con questo qua“. La trascrizione di questa telefonata aveva già provocato forti polemiche quando almeno sei persone erano finite indagate nel nuovo filone di indagine sulla morte di Stefano Cucchi in cui si ipotizza il reato di falso. Ora arriva l'audio shock che prova l'esistenza di quella chiamata.