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Massacro Crimea, Putin: "L'attacco alla scuola è il risultato della globalizzazione"

Il presidente russo: "Sui social network, su internet, vediamo che c'è un'intera comunità che è stata creata. Tutto è cominciato con i tragici eventi negli istituti scolastici degli Usa"

SportMediaset

La sparatoria in Crimea "è un risultato della globalizzazione". Ne è convinto il presidente Vladimir Putin, in riferimento all'attacco compiuto all'istituto tecnico di Kerch da uno studente 18enne della scuola, che ha ucciso 20 persone e si è poi tolto la vita. "Sui social network, su internet, vediamo che c'è un'intera comunità che è stata creata. Tutto è cominciato con i tragici eventi in scuole negli Usa", ha spiegato il leader russo.

"Noi dimentichiamo molto velocemente le cose brutte", ha aggiunto Putin sottolineando tuttavia che nel passato ci sono state tragedie "nella Federazione russa" molto gravi.

L'autore della strage è stato "umiliato dai compagni in passato"  - Nel frattempo emergono nuovi particolari sulla vita di Vladislav Rosliakov, il 18enne individuato dagli inquirenti come il responsabile della strage dell'istituto tecnico di Kerch. Il giovane avrebbe voluto vendicarsi dei suoi compagni che lo umiliavano e "non aveva più voglia di vivere". Lo ha dichiarato la sua fidanzata, intervistata dalla rete televisiva russa RT. "Raccontava di aver perso la fiducia nelle persone dopo che alcuni compagni di classe avevano iniziato ad umiliarlo perché non era come gli altri", ha spiegato la ragazza, una quindicenne che ha voluto conservare l'anonimato. "Avevamo un interesse comune, anch'io mi esercitavo al tiro al bersaglio, attività che appassionava anche lui, gli piacevano diversi tipi di armi. Quando parlavamo andava tutto bene, era gentile e sensibile e mi aiutava quando le cose andavano male", ha concluso la giovanissima. Ieri l'autore della strage ha assaltato la scuola con un fucile e un ordigno rudimentale, uccidendo almeno 20 persone prima di suicidarsi, mentre i feriti sono almeno 44.

Crimea, candele e fiori all'indomani della strage al Politecnico

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