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Investimenti, l’importanza di diversificare il portafoglio

tgcom24

La prima regola per un buon investimento è semplice: diversificare il portafoglio. A maggior ragione in questa delicata fase dei mercati che restano nervosi in attesa della Legge di Bilancio 2019, con fiammate di spread oltre i 300 punti. Chiaramente riempire il portafoglio di Btp in questa fase può risultare non solo un azzardo ma anche un danno al proprio patrimonio.

Parola d’ordine: diversificare
Diversificare il portafoglio è una scelta che richiede conoscenza. L’errore più comune è investire l’intera somma, o la maggior parte, in un solo prodotto finanziario, con la conseguenza che se il sottostante non funziona o paga lo scotto del momento sfavorevole - vedi lo spread che in questi giorni spaventa i mercati -, ci si ritrova con l’intero portafoglio in sofferenza. La diversificazione degli investimenti, se fatta con oculatezza, è un valido strumento per superare in maniera vincente la volatilità dei mercati.

Come investire
Ogni momento è buono per fare un investimento. Per diversificare dunque, con la complessità dei prodotti offerti dal mercato, bisogna affidarsi a un gestore o a un fondo. Il problema, però, è quello dei costi elevati e della complessa accessibilità di queste soluzioni per tutti i risparmiatori. Oggi una nuova generazione di gestori del risparmio che usano la tecnologia, tra cui Moneyfarm, rende la soluzione diversificata accessibile. Questo modo di operare consente di ripartire l’investimento e aumenta la sicurezza, cogliendo al meglio tutte le opportunità di investimento.

Le fonti di rischio
Bisognerebbe costruire il portafoglio in base ai fattori di rischio economico anziché alle fonti di rendimento: un portafoglio in grado di attenuare i rischi imprevisti legati ai contesti macroeconomici diversi può essere la scelta vincente per non uscire di strada in qualsiasi contesto.

I diversi tipi di diversificazione
Come procedere? Puntando su una diversificazione geografica, valutaria e in termini di asset class. Le materie prime hanno già dimostrato di avere una bassa correlazione con i mercati azionari e obbligazionari. Inoltre nei prossimi anni sarà necessario gestire i portafogli con strumenti poco esposti al rischio tasso, con bassa duration come ad esempio obbligazioni a tasso variabile.

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