Alla fine la linea Volkswagen non è passata. O forse sì… Il compromesso in seno allʼUnione Europea per le future emissioni inquinanti dei veicoli è stato raggiunto: taglio del 35% degli scarichi di CO2 per le automobili entro il 2030 e del 30% per i veicoli commerciali. Il Parlamento Europeo chiedeva di più, fino al 40% in meno per le auto, e molti costruttori avevano storto il muso.
A far da sponda alla linea più morbida delle Case auto sono state la Commissione Europea, che aveva proposto limiti del 30 e del 25 percento, e il Consiglio dei ministri dellʼAmbiente dellʼUE, che il 9 ottobre scorso ha fatto la media tra Parlamento e Commissione e stabilito i nuovi valori inquinanti. Lʼintesa non è stata facile, giunta dopo 13 ore di negoziazioni a Lussemburgo, perché si è partiti dal voto del Parlamento di Strasburgo che ‒ con 389 sì e 239 contrari ‒ aveva chiesto di ridurre le emissioni delle nuove auto del 20% entro il 2025 e del 40% entro il 2030. La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo era partita addirittura da un taglio del 45% degli scarichi di CO2.
Con lʼaccordo dellʼaltro giorno, lʼUnione Europea arriverà con una misura stabilita alla prossima Conferenza Onu sul Clima, che si terrà a dicembre a Katowice, in Polonia. Cercando così di orientare anche gli altri attori (Cina, Usa, Giappone, Russia, India e Paesi emergenti) sulla lotta allʼinquinamento.
Per i costruttori auto non sarà facile rispettare i nuovi limiti. Abbassare gli scarichi di CO2 del 35% rispetto agli attuali standard significa produrre gamme di veicoli con varie motorizzazioni elettriche e ibride elettriche. Non solo, ma sono obbligati pure a garantire che le auto elettriche abbiano una quota di mercato del 20% entro il 2025 e del 35% entro il 2030, pena sanzioni salate. Chiaramente i costruttori di nicchia, quelli che producono vetture supersportive, avranno le dovute deroghe.