Il presidente dell'Autorità anticorruzione ha sollevato dubbi e "perplessità sull'impianto del decreto" per l'emergenza Genova. Cantone ha inoltre sottolineato come nel dl sia prevista "la deroga a tutte le norme extrapenali" che "comporta anche quella al Codice antimafia", spiegando come "tale omissione" rappresenti un rischio "perché vi sono molte attività connesse alla ricostruzione in cui le imprese mafiose detengono un indiscutibile know how".
In audizione sul decreto Genova di fronte alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera, Cantone ha spiegato di non dover "sottolineare i rischi insiti in tale omissione, soprattutto perché vi sono molte attività connesse alla ricostruzione (dal movimento terra allo smaltimento dei rifiuti, ad esempio) in cui le imprese mafiose detengono purtroppo un indiscutibile know how".
Il presidente dell'Anac ha quindi contestato l'esclusione di Autostrade per l'Italia dalla ricostruzione, spiegando che "l'esclusione di soggetti diversi dall'attuale concessionario, generalizzate a tutti i concessionari di strade a pedaggio o che abbiano partecipazioni in esse o che siano da esse controllate, appare di dubbia legittimità, perché in contrasto con i principi di proporzionalità, concorrenza nonché con le indicazioni contenute nella direttiva europea, che prevede cause di esclusione tassative". Cantone ha però fatto notare che la formula contenuta su questo punto nel decreto, ossia "evitare un indebito vantaggio" appare poco chiara. "Quale sarebbe - ha osservato Cantone - il vantaggio competitivo di un operatore che ha una partecipazione anche minima in una concessionaria di strade a pedaggio? E quale sarebbe il vantaggio competitivo di altri operatori, diversi dall'attuale concessionario?".
Parlando quindi dei poteri del commissario straordinario, il numero uno dell'Anac ha sottolineato come "con la deroga a tutte le norme dell'ordinamento italiano, ad esclusione di quelle penali si intende consentire al Commissario di muoversi con assoluta e totale libertà, imponendogli solo i principi inderogabili dell'Unione europea ed ovviamente i principi costituzionali. Quello che è accaduto a Genova è una tragedia di proporzioni enormi e lo Stato non può certamente stare a guardare, ma deve utilizzare qualunque strumento affinché il ponte sia ricostruito al più presto e al meglio. E' un dovere verso la città ma anche verso le vittime". E quindi "il modo migliore per far sì che un appalto sia espletato in tempi rapidi, e che soprattutto i lavori vengano eseguiti in modo egualmente spedito ma anche a regola d'arte, è che la stazione appaltante abbia un quadro di regole chiaro e certo".
Proprio in questo senso, Cantone rileva però che si sta "affidando al Commissario una disciplina alquanto complessa, non solo sugli appalti ma anche sui rifiuti" e sottolinea che in questo modo "si rischia di moltiplicare il contenzioso proprio perché il quadro normativo si caratterizzerà per estrema incertezza".
Critico sul decreto anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che in audizione ha spiegato come "il volume di danno della comunità di Genova è molto superiore a quanto previsto dal decreto. Sono dotazioni che non soddisfano le esigenze larghe della comunità ligure, anche se al momento non mi sento neppure di dare cifre esatte". Ad ogni modo, ha sottolineato Toti, "è inutile fare l'assalto alla diligenza" perché "è nota la situazione del bilancio dello Stato e inoltre il dl si discute in contemporanea con legge di stabilità".