Allarme inquinamento

Corsica, la chiazza di carburante in mare si allarga a 20 chilometri

Dopo lo scontro tra due navi continua a estendersi la macchia di olio pesante nel Mediterraneo. L'Esa pubblica lo scatto dal satellite

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Si è allargata a 20 chilometri la chiazza di carburante nel Mediterraneo. Il cosiddetto olio pesante era fuoriuscito dallo scontro tra due navi domenica mattina a circa 14 miglia da Capo Corso. L’allarme inquinamento era scattato subito, con l’arrivo di diverse unità specializzate in operazioni di contenimento. La macchia però si è ulteriormente estesa in lunghezza, come si vede dalle immagini dei satelliti Esa.

Lo scontro La collisione era avvenuta tra una motonave tunisina e una nave portacontainer battente bandiera cipriota. Nessun ferito, ma circa 600 metri cubi di “fuel oil” sversati in mare. Le autorità francesi e quelle italiane hanno circoscritto la scia d’olio, che si è allungata di circa venti chilometri e si è allargata di 300 metri. Per supportare il suo contenimento, si è attivata anche la Regione Liguria attraverso l’Arpal, l'Agenzia regionale di protezione ambientale, che dispone di un simulatore per il monitoraggio ambientale. Mentre la Commissione europea segue lo sviluppo delle operazioni, il ministro francese per la Transizione Ecologica, Francois De Rugy, ha rassicurato, definendo la situazione “sotto controllo”.

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L'apprensione delle associazioni Ma un allarme arriva da Greenpeace: l’incidente rende non più rinviabile introdurre “norme precise sulla protezione e sulla tutela del Santuario internazionale dei Cetacei", triangolo di mare tra Nord della Sardegna, Corsica, Toscana e Liguria dove sono stati osservati la balenottera comune e il capodoglio. A seguito dello sversamento di domenica interviene anche Cittadini per l’aria Onlus, che chiede al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, di sostenere l’istituzione di un’area Eca nel Mediterraneo (una zona a basse emissioni).