Jair Bolsonaro, candidato di estrema destra, ha trionfato nel primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile, raggiungendo il 46% dei voti. Il suo maggiore avversario, l'erede di Lula de Silva, Fernando Haddad, è stato staccato per 17 punti (29%). La sfida è ora in programma con il ballottaggio del 28 ottobre. "Senza irregolarità nell'uso delle urne elettroniche avrei già vinto", ha dichiarato Bolsonaro.
"Abbiamo ricevuto molte denunce: uno votava solo per il governatore e si chiudeva la scheda, oppure uno schiacciava l'1 e appariva da solo un candidato della sinistra. I reclami sono stati veramente tantissimi", ha affermato il candidato dell'estrema destra.
Seduto accanto al suo consigliere economico, Paulo Guedes, Bolsonaro ha poi sottolineato che "il Brasile è ormai sull'orlo dell'abbisso", perché la classe politica ha fatto "affondare il Paese nella sua peggiore crisi economica ed etica". L'ex militare ha dunque sostenuto che il fatto di essere arrivato al secondo turno è "già una vittoria di per sé", avvertendo che la campagna per il ballottaggio del 28 ottobre "non sarà facile", perché i suoi rivali "hanno miliardi a disposizione".
Chi sono Bolsonaro e Haddad - Jair Bolsonaro, deputato 63enne nostalgico della dittatura militare, si è fatto conoscere soprattutto per le sue frasi razziste, misogine e omofobe. Ex capitano dell'esercito, si è affermato come un vero fenomeno elettorale: rimasto gravemente ferito in un attentato il 6 settembre, ha portato avanti la campagna da un letto d'ospedale, con discorsi sempre più violenti.
Fernando Haddad, 55 anni, candidato del Partito dei lavoratori (PT) dell'ex presidente Ignacio Lula da Silva, ha preso il posto di Lula dal momento che l'ex capo dello Stato, in carcere, è stato dichiarato incandidabile. Lula, 72 anni, icona della sinistra brasiliana, presidente dal 2003 al 2010, prima di essere dichiarato incandidabile dalla giustizia a inizio settembre raccoglieva il 40% delle intenzioni di voto.
Con poco meno del 80% dei voti scrutinati, l'ex militare di estrema destra ha raggiunto il 48,03% dei voti, mentre Haddad si è fermato al 26,74%, con un risultato superiore a quello degli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto, diffusi sabato sera, che gli attribuivano al massimo poco più del 40%.
Bolsonaro trascina i candidati governatori - La fortuna elettorale di Bolsonaro ha contagiato anche altri candidati legislatori o governatori che gli hanno assicurato il loro appoggio. Come per esempio Romeu Zena, del Partido Novo, che con il 41% dei voti ha creato la sorpresa nella corsa per la poltrona di governatore di Minas Gerais, eliminando dal ballottaggio il governatore uscente del Partito dei Lavoratori (Pt), Fernando Pimental (22%).
Risultato a sorpresa anche a Rio de Janeiro, dove Wilson Witzel, ex magistrato del Partito Social Cristiano (Psc) che appoggia Bolsonaro a livello nazionale, è in testa nell'elezione per l'incarico di governatore con poco meno del 40% dei voti, quando fino a sabato i sondaggi lo davano al quarto posto, con appena il 12%.
I risultati degli altri candidati alle presidenziali - I primi risultati confermano anche altre tendenze rivelate da sondaggi precedenti: Ciro Gomes (centrosinistra) è rimasto bloccato al 12% e gli altri candidati principali, come Geraldo Alckmin (centrodestra) e Marina Silva (ambientalista) sono crollati al di sotto del 10%.
Il Partito dei Lavoratori e il feudo nel Nordest - Il Pt resiste però nel suo tradizionale feudo del Nordest del Brasile: nei nove Stati che riuniscono alcune delle regioni più povere del Paese, Haddad è in testa con risultati che raggiungono anche il 60%, e i candidati del Pt e dei partiti alleati vedono assicurate le loro poltrone di governatori.
La sconfitta dell'ex presidente Dilma Rousseff - Cocente delusione per il partito di Lula, invece, nel Minas Gerais, nel sudest del Paese, dove l'ex presidente Dilma Rousseff sarebbe arrivata al quarto posto, secondo gli exit poll, e dunque non occuperebbe nessuno dei due seggi del Senato in gioco nello Stato.