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Manovra, Di Maio: "Il deficit resta al 2,4%, nuove regole Ue dopo le elezioni"

Il vicepremier non si mostra preoccupato dalla bocciatura da parte della Commissione Ue, ma rassicura sul tema dell'uscita dell'euro: "Non esiste alcun piano B"

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"Sapevamo che questa misura economica non sarebbe piaciuta, ma tra sei mesi questa Europa sarà finita". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, mostrandosi tutt'altro che preoccupato dalla bocciatura della Manovra economica italiana da parte della Commissione Ue. Se andiamo in Parlamento con l'idea di cambiare il 2,4% di deficit, gli squali sentono il sangue e azzannano", ha aggiunto il vicepremier.

In un'intervista al Corriere della Sera, il ministro ha poi rassicurato sullo spettro dell' uscita dall'euro: "Non c'è alcun piano B". Ma avverte: "Le regole europee cambieranno il giorno dopo le elezioni. Ci sarà in tutti i Paesi un tale terremoto contro l'austerity che le regole cambieranno il giorno dopo le elezioni".

Sull' ipotesi di cambiare la Manovra in Parlamento, Di Maio ha affermato: "Con il premier mi confronto sempre e siamo d'accordo. Non so se Giorgetti ha cambiato idea, ma a me interessa l'opinione di Matteo Salvini, con il quale ci siamo detti che non si torna indietro. Non c'è un piano alternativo". Quanto allo spread, ha ribadito che "l'unico modo per calmare i mercati sarebbe che noi andassimo a casa, ma chiedete agli italiani se lo vogliono".

"Stiamo realizzando il nostro programma" - Intervistato anche dalla Nuova Sardegna, Di Maio ha detto: "Stiamo realizzando quello che abbiamo messo nero su bianco nel nostro programma elettorale e poi nel contratto di governo. Questa è la vera rivoluzione. Da quanto non si vedeva un governo che mantiene gli impegni?". Sulla "Manovra del Popolo" ci sono stati "pregiudizi e speculazioni. Qualcuno ha giocato ad agitare i mercati: esponenti dell'opposizione, che non hanno a cuore il proprio Paese, e alcuni commissari europei". E i "giornaloni italiani che sono in mano ai vecchi partiti (Pd e Forza Italia in primis) che hanno tentato di distruggere la Manovra ancora prima di leggerla".

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