"Esprimiamo seria preoccupazione per questo tentativo di minare l'integrità dell'Opac, un atto aggressivo che dimostra disprezzo e che danneggia il diritto e le istituzioni internazionali". Così i presidenti di Consiglio Ue Donald Tusk, Commissione Ue Jean-Claude Juncker e l'Alto rappresentante Federica Mogherini sull'attacco hacker attribuito all'intelligence militare russa contro l'Agenzia per la proibizione della armi chimiche.
L'Olanda, Paese nel quale ha sede l'Agenzia (che si trova a L'Aja), ha intanto fatto sapere di aver già espulso quattro funzionari dell'intelligence russa (tra i quali un esperto di informatica) sospettati di essere gli hacker responsabili dell'attacco. L'assalto, secondo gli olandesi, che hanno convocato l'ambasciatore russo perché fornisca spiegazioni, potrebbe essere una ritorsione per l'intervento dell'Opac sia nelle indagini relative all'avvelenamento dell'ex spia russa Sergei Skripal, sia in quelle sui presunti attacchi chimici di Assad in Siria.
Il Cremlino, da parte sua, ha smentito qualsiasi coinvolgimento nel cyberattacco, denunciando invece il fatto che "la spia mania in Occidente sta crescendo". Ma per l'Unione europea, che ha segnalato che diversi altri cyberattacchi sono stati condotti dal Gru (i servizi d'intelligence russi), il coinvolgimento di Mosca è ormai acclarato. E anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha intimato alla Russia di fermare il suo comportamento "spericolato", che comprende anche "l'uso della forza contro i suoi vicini, tentata interferenza nei processi elettorali e diffuse campagne di disinformazione". E ha annunciato che il Patto atlantico appoggerà pienamente le iniziative europee volte a "sbugiardare" Mosca sulla sua responsabilità nella guerra elettronica.