Negli Stati Uniti è già una moda e adesso arriva anche in Italia: è la criosauna, o sauna del freddo, un trattamento wellness che, con soli tre minuti di esposizione a un gelo molto intenso, promette un effetto anti-age senza pari, una scossa al metabolismo in grado di farci perdere peso e un miglioramento generale della nostra salute, sesso compreso. L’unica condizione è esporsi, appunto per tre minuti, a una temperatura di ben 170 gradi sotto zero, immergendoci in una nube di vapore di azoto gelido. Una moda simile, un po’ memo estrema e anche questa già molto diffusa oltre oceano, impone di sottostare quotidianamente a docce o bagni ghiacciati, per godere i vantaggi del cosiddetto “stress positivo”. Si tratta solo di tendenze dettate dal marketing del benessere, sempre a caccia di novità o questa sorta di “tortura del ghiaccio” ha fondamenti scientifici?
Innanzi tutto facciamo qualche precisazione. La terapia del freddo non è una novità: le proprietà curative delle basse temperature sono note fin dall’antichità e, nel corso del tempo, sono state studiate in modo scientifico e affinate fino a essere codificate in veri e propri protocolli di cura. Il principio di base resta quello noto già in tempi antichi: il freddo può essere utile per curare una serie di disturbi, ad esempio per attenuare la febbre o per ridurre gli effetti di contusioni o traumi muscolari. In dermatologia si utilizza la criochirurgia per trattare alcuni problemi di piccola o media entità, come verruche, angiomi e cicatrici. Il ghiaccio ha anche una funzione analgesica, almeno temporanea, perché il freddo impedisce la trasmissione degli impulsi dolorosi, e di rilassamento muscolare, perché i muscoli non riescono a restare contratti alle basse temperature. Per questo molti sportivi, tra cui Cristiano Ronaldo, hanno l’abitudine di sottoposti a bagni di ghiaccio per migliorare il recupero muscolare post allenamento.
Negli ultimi tempi i principi della terapia del freddo stanno passando anche al mondo del wellness. Il fatto di sottoporsi a una doccia o un bagno gelido, come impone una moda che sta imperversando negli Stati Uniti e che coinvolge numeri crescenti di personaggi famosi tra attori e sportivi, sembra avere una serie di effetti fisici e psicologici di un certo rilievo. Innanzi tutto trasforma il modo in cui viviamo il disagio per mezzo del cosiddetto “stress positivo”: in pratica, tutto ciò che richiede un importante sforzo fisico ha l’effetto di renderci più forti. In particolare il freddo intenso dovrebbe dare regalarci maggiore lucidità mentale, la capacità di lavorare per più ore e con maggiore energia, migliori prestazioni sessuali e, non ultimo, una vita più lunga. Secondo la scienza, in effetti, immergersi nell’acqua gelida stimola la vasodilatazione del sistema vascolare profondo, produce un migliore afflusso sanguigno e migliora la salute del sistema cardio-circolatorio. I bagni ghiacciati attenuano anche, come abbiamo visto sopra, le contratture muscolari e aiutano a riparare alcuni danni derivanti dall’attività sportiva molto intensa. Secondo alcuni studi, però, gli effetti positivi delle docce e bagni ghiacciati sarebbero per lo più solo di origine psicologica: il freddo in effetti, ci trasmette una sferzata di energia e regola la produzione degli ormoni dello stress, mentre non sembra avere effetti apprezzabili sul metabolismo e sul calo di peso.
La criosauna, anche se è in effetti l’evoluzione tecnologica dei bagni di ghiaccio, è un’esperienza molto più “estrema” e richiede una serie di accortezze. Come hanno sottolineato gli esperti riuniti in occasione del Congresso 2018 della SIME (Società Italiana di Medicina Estetica), occorre ricordare che la crioterapia sistemica, anche se viene proposta come trattamento wellness, è una vera e propria pratica medica che va eseguita con la costante assistenza di personale specializzato e dopo una attenta valutazione delle condizioni generali della persona che vuole sottoporvisi. La criosauna è infatti una vera e propria macchina del freddo: consiste in uno speciale cilindro in cui si entra indossando solo un intimo di cotone, calzini e zoccoli ai piedi. Si resta in piedi, con la testa e il collo che restano all’esterno, mentre viene liberata una nuvola di azoto che dallo stato liquido passa a quello gassoso, raggiungendo temperature glaciali, da 110 a 170 gradi sotto zero, nella quale si resta immersi per un tempo che varia da uno a tre minuti. In questo lasso di tempo il gelo penetra attraverso la pelle per uno spessore di pochi millimetri, provocando uno stato di parziale ibernazione. Secondo i sostenitori di questa procedura, gli effetti sul fisico sono numerosi: si va dalla riduzione dello stress ossidativo al rallentamento del processo di invecchiamento, al consumo di ben 900 calorie in soli tre minuti di trattamento, alla riduzione della cellulite, al miglioramento degli stati ansiosi e depressivi.
Tra gli altri esiti sull’organismo, la criosauna promette di stimolare il sistema immunitario, prevenire e migliorare l’osteoporosi, ridurre colesterolo e trigliceridi, migliorare patologie come psoriasi e fibromialgie e perfino avere effetti positivi sulla vita sessuale. Studi recenti hanno confermato le proprietà anti-infiammatore e antiossidanti di questa terapia, ma è bene sottolineare che fino a questo momento la Food and Drug Administration, l’agenzia statunitense che vigila su farmaci, terapie e salute, non riconosce i benefici della sauna del freddo e non si pronuncia sui suoi effetti dimagranti e anti-age. “Seguiamo con molta attenzione questa novità applicata al campo della Medicina Estetica e della Medicina Anti-Aging, ha commentato il presidente della SIME Emanuele Bartoletti. “Se nel tempo dimostrerà di essere valida e soprattutto sicura, ne sentiremo certamente ancora parlare”.