Sindaco ai domiciliari

Riace, Lucano: "Celebrato solo un matrimonio e non combinato"

Il sindaco agli arresti domiciliari: "Ho agito secondo il rispetto della dignità umana, dobbiamo ribellarci quando le leggi sono ingiuste"

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Si è trattato "solo di un matrimonio, ma non è stato combinato. Abbiamo fatto le pubblicazioni, come in tutte le cose regolari. Mi sembra una cosa assurda, c'è stato un passaggio del Gip che dice 'purtroppo è un reato di umanità'". Lo ha detto il sindaco di Riace, Domenico Lucano, al termine dell'interrogatorio di garanzia. "E' tutto assurdo. La Costituzione italiana la rispetto più io che altri che si nascondono dietro le regole", ha aggiunto.

"Non ho nulla da nascondere. Mi accusano di aver fatto cose illegali ma dico anche, che la legalità era anche quella dei campi di concentramento di Hitler": parole di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, finito agli arresti domiciliari su richiesta della Procura di Locri, che non indietreggia rispetto alle sue azioni. Nonostante la stanchezza per il lungo interrogatorio davanti al gip Giuseppe Di Croce, che ha ordinato il suo arresto, si è mostrato sereno per il suo operato. Gli inquirenti lo accusano di una serie di reati come il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e il "fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti". "Quando prima c`era la gente che bruciava i rifiuti per strada io mi vergognavo; ho coinvolto le cooperative sociali e ora devo pagare per questo?" ha aggiunto il primo cittadino. 

All'interrogatorio di garanzia, oltre ai suoi difensori Antonio Mazzone e Andrea Dacqua, ha presenziato anche il procuratore capo di Locri Luigi D`Alessio, titolare dell'inchiesta "Xenia". "Anche la Procura mi diceva che umanamente era dalla mia parte, ma ci sono le regole. Io dico di aver agito secondo le regole della Costituzione italiana alla cui base c'è il rispetto della dignità umana" ha aggiunto Lucano.