Cambia la Manovra. Dopo il crollo della Borsa e l'innalzamento dello spread oltre 300 punti base, è stato deciso che il rapporto deficit/pil resterà al 2,4% solo per il primo anno, mentre per il 2020 scenderà al 2,2% e nel 2021 arriverà fino al 2%. Ma per il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, anche così restano rischi per il deficit strutturale.
La decisione è stata annunciata dal premier Giuseppe Conte al termine di un vertice svoltosi martedì sera a Palazzo Chigi. Evidentemente gli effetti della tempesta finanziaria scatenatasi sui mercati dopo l'annuncio del Def hanno indotto a limare le previsioni iniziali. Allo stesso tempo il governo potrebbe aver voluto mandare un segnale di conciliazione a Bruxelles dopo le critiche piovute da più parti negli ultimi giorni, soprattutto per evitare il pericolo di una bocciatura della Manovra da parte della Commissione europea.
Al vertice, durato un paio di ore, hanno partecipato oltre a Conte i due vice, Salvini e Di Maio, il ministero dell'Economia Giovanni Tria, il sottosegretario alla presidenza Giancarlo Giorgetti, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, e i due sottosegretari (in attesa di nomina a viceministri) Laura Castelli e Massimo Garavaglia.
Moscovici: rischi sul deficit strutturale - La correzione, comunque, non sembra sufficiente all'Europa: dopo aver inizialmente commentato positivamente, come "un buon segnale", il fatto "che la traiettoria pluriannuale sul deficit sia stata rivista", il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici ha poi rivisto il proprio giudizio. E ha sottolineato che "in Europa abbiamo delle regole abbastanza precise, che non sono stupide e che dicono che il deficit nominale deve essere contenuto sotto il 3% e che il deficit strutturale deve migliorare". Invece per l'Italia "con il 2,4% c'è un rischio, è possibile che il deficit strutturale non sia nella traiettoria fissata dal patto di stabilità e crescita".