Sul caso dell'arresto del sindaco di Riace parla il procuratore di Locri, Luigi d'Alessio in un'intervista concessa all'agenzia di stampa La Presse. Il pm preferisce non esprimersi sugli effetti che la notizia può avere sulla politica anti-migratoria di Salvini: "Io non detto le linee politiche", afferma d'Alessio. Mentre su Domenico Lucano afferma: "Ha violato la legge con una allarmante naturalezza".
Cosa emerge dall'indagine?
Una serie di illeciti e una visione assolutamente personalistica dell'organizzazione dell'accoglienza, fatta senza alcuna considerazione delle regole previste e in barba alle norme di legge. Vi è stata un'allarmante naturalezza da parte del sindaco Lucano e della sua compagna nel trasgredire le norme, civili, amministrative e penali. Un esempio? Simulando matrimoni e falsificando carte di identità, il tutto finalizzato a fare entrare illecitamente migranti in Italia. Il fine non può giustificare i mezzi: il fine può essere condivisibile, ma se tutti facessero così...
L'arresto del sindaco ha spaccato la politica italiana.
Io comprendo tutti quelli che hanno avallato l'idea del 'sistema Riace'. Molti, come padre Alex Zanotelli, sono persone di animo nobile. Non potevano sapere le modalità con cui il sindaco Lucano espletasse questa accoglienza. Comprendo meno quando, all'esito delle indagini, si parla di un atteggiamento fascistoide della procura. E' un giudizio superficiale, a meno che non si condivida l'idea che il fine giustifichi i mezzi: questo è un atteggiamento fascistoide. Noi abbiamo un obbligo: perquisire chi viola la legge, anche quando ci può dispiacere.
La procura aveva chiesto altri 14 arresti domiciliari, ma il gip non li ha concessi.
Non condivido le conclusioni del gip che ha accolto solo parzialmente le nostre richieste tenendo fuori quelle più gravi. La nostra richiesta era molto più articolata, composta da circa mille pagine. Per la sua ordinanza il gip ne ha estratte meno di 150. Stiamo preparando il riesame, chiederemo la valutazione del tribunale.
Il problema di Riace si chiama 'ndrangheta. Non pensa che un sistema di accoglienza come quello del sindaco Lucano fosse in contrasto con gli interessi della criminalità organizzata di stampo mafioso sul settore?
Non penso che possa essere in contrasto. Indubbiamente Lucano è riuscito a dare un'opportunità diversa. Se l'avesse perseguita per fini sociali si poteva fare di meglio. Sul discorso del contrasto e della estraneità della mafia, sinceramente, non posso che essere prudente. Siamo ancora in una fase in cui non è emerso nulla, né in un modo né nell'altro. Se quello di Lucano fosse stato un sistema fastidioso per la criminalità organizzata di stampo mafioso non credo che sarebbe riuscito a portarlo avanti, che glielo avrebbero fatto fare.
La fiction Rai su Riace "Tutto il mondo è paese", che vede protagonista Beppe Fiorello, doveva andare in onda lo scorso febbraio ma è rimasta bloccata negli archivi di viale Mazzini. Il film è stato congelato perché c'era in corso un'indagine?
Non sono il direttore della Rai. Lo hanno congelato per prudenza perché c'era in corso un'indagine. Lucano spingeva molto perché il film uscisse. Per visibilità mediatica? Presumo.
L'arresto del sindaco di Riace gioverà alla politica anti-migratoria del ministro dell'Interno Matteo Salvini?
L'uso politico che può essere fatto della notizia non è compito mio, e nemmeno prevederlo. Non sta a me dettare la linea politica. Io porto avanti un discorso di legalità e di rispetto delle norme. A volte lo si fa anche con dispiacere, ad esempio quando ti rendi conto che progetti come quello di Riace rischiano di sprofondare. Ma non posso dire altro. Posso augurarmi che il progetto venga portato avanti nella legalità, se possibile.