LA RECENSIONE

Fist of the North Star: Lost Paradise ci trasforma in Kenshiro

Al debutto il nuovo videogioco dagli autori di Yakuza e ispirato al personaggio di Ken il Guerriero. Ecco le nostre impressioni

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Il personaggio di Kenshiro non ha bisogno di grandissime presentazioni, a meno che durante gli anni ’80 non abbiate vissuto in una caverna o siate nati dopo il 2000, e forse sarete felici di sapere che in questi giorni è uscito Fist of the North Star: Lost Paradise, videogioco che cerca di catturarne l’essenza con qualche differenza fondamentale.

Lost Paradise nasce sull’impalcatura di Yakuza, titolo che si ispira alle atmosfere di Kitano e che si basa su alcuni punti fermi essenziali: una città da esplorare, un personaggio principale che deve menare piccoli gruppi di persone o boss particolari, un sacco di attività secondarie. Questa ricetta si applica su Kenshiro mettendo in scena una storia parallela in cui, dopo aver sconfitto Shin, Ken segue le tracce di Julia e si ritrova a Eden, città roccaforte nel deserto postatomico. Da qui nasceranno una serie di avventure che coinvolgeranno alcuni dei personaggi principali della saga come Toki, Shin, Raul e così via.

Visivamente il gioco risultato un po’ datato, ma il look vagamente cartoonesco lo rende ancora godibile, anche se un po’ ingessato nelle animazioni. Purtroppo, niente dialoghi in italiano e anche il comparto musicale non sfrutta una colonna sonora che poteva essere decisamente più spettacolare.

Il sistema di combattimento è essenziale, ma grazie alla progressione del personaggio si apre piano piano a un po’ di mosse spettacolari e ovviamente non mancano momenti ad alto tasso di sangue ed esplosioni. Nonostante una certa ripetitività è senza dubbio il sogno di ogni (ex) ragazzo quello di poter finalmente vivere in prima persona gli scontri di Ken contro punk ignari della sua potenza e vecchie glorie del passato.

In barba a Re Nero, volendo è possibile prendere un’auto e scorrazzare in giro per il deserto, sia per raggiungere zone dove continuare la storia principale, sia per raccogliere oggetti che possono esserci utili per ottenere degli amuleti, ovvero tecniche di combattimento e bonus potentissimi che si sbloccheranno col proseguire del racconto e che si ispirano alle figure che incontreremo lungo il cammino.

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La trama vive di alti e bassi, in alcuni momenti si respira l’epica del personaggio e della sua storia, in altri casi invece il flusso del racconto si spezza in dialoghi troppo lunghi e scene superflue che fanno venire solo voglia di superarle il prima possibile.

Per quanto riguarda invece le attività secondarie, probabilmente instaurerete fin da subito un rapporto drastico: o le amerete nella loro assurdità o le odierete perché tradiscono lo spirito del personaggio. Ken potrà infatti diventare barista, commesso, dottore, giocatore d’azzardo e persino gestore di un locale d’incontri, il tutto per ottenere soldi e oggetti aggiuntivi. Se però la cosa non vi piace sappiate che potete tranquillamente ignorare tutta questa parte per dedicarvi solo alle mazzate.

Fist of the North Star: Lost Paradise è un titolo tutto sommato godibile, in cui molte cose potevano essere fatte un po’ meglio, ma che sa regalare momenti che nei videogiochi del passato dedicati a Ken potevamo solo sognare. Se amate il personaggio probabilmente è un acquisto obbligato e anche se il vostro legame non è così viscerale vi divertirete un sacco nelle prime ore, ma poi vi consigliamo di misurare le vostre sessioni di gioco con cura, così da mantenere vivo l’interesse e godervi la vostra puntata di Ken il Guerriero personale.

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Come lo abbiamo giocato

Abbiamo giocato Fist of the North Star: Lost Paradise su PlayStation 4 collegata a un monitor LT2934zWide di Lenovo grazie a un codice fornito da Koch Media per circa 15 ore di gioco, completando la storia principale e provando tutti i minigiochi.


Può piacere a chi…
… vuole replicare le stesse mosse del cartone animato di Kenshiro
… spera di incontrare tante vecchie conoscenze della serie
… vuole vivere qualche momento di pura epicità

Potrebbe deludere chi…
… non ama i giochi visivamente datati
… cerca una storia avvincente e ben scritta
… non è tipo da perdersi in minigiochi fuori di testa

Fist of the North Star: Lost Paradise è un gioco consigliato ai maggiorenni.