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"Ho perso mia figlia in un campo in Libia", la storia toccante di Adigraa

A Quarta Repubblica, il nuovo programma di approfondimento di Rete 4 dedicato a politica e economia, il reportage dai campi profughi Unhcr del Niger dove i prigionieri vengono torturati

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Torturati, picchiati e violentati: non c’è differenza tra uomo o donna. Succede nei centri di detenzione per profughi del Niger, gli stessi da cui l’ Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, cerca di salvarli. “Ho perso mia figlia in Libia. Era malata ed è morta” dice Adigraa, una donna sudanese fatta prigioniera anche lei nello stesso campo, intervista ain esclusiva da Quarta Repubblica.

Adigraa era riuscita ad arrivare ‘illesa’ fino a Sabrata, città romana affacciata sul Mediterraneo, dove sperava di curare la piccola figlioletta malata. Dopo essere state catturate, la bambina è stata lasciata morire, mentre lei veniva violentata quasi ogni giorno da uomini diversi. Il suo calvario è durato 9 mesi, durante i quali ha più volte tentato il suicidio. "Le donne - racconta un ragazzo - prima di mettersi in viaggio si iniettano anticoncezionali che durano 8 mesi per evitare di rimanere incinta durante le violenze".

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