Marty Balin, il leader dei Jefferson Airplane, è morto giovedì all'età di 76 anni a Tampa, in Florida, mentre veniva trasferito in ospedale. Balin ha fondato il gruppo pioniere nella musica psichedelica nel 1965. "Abbiamo perso una vera leggenda. Marty Balin ha contribuito all'inizio della rivoluzione che continua a vivere oggi", si legge in un post su Facebook.
"Abbiamo perso una leggenda". L'addio più struggente a Marty Balin arriva dalla 'Acid Queen', Grace Slick, che lo ha accompagnato sui palchi di tutto il mondo. "Marty ha contribuito all'inizio della rivoluzione che continua a vivere oggi", dice ancora la voce dei Jefferson Airplane. Perché quella del gruppo rock statunitense e del suo "San Francisco Sound" fu davvero una rivoluzione, parte integrante della controcultura a stelle e strisce e caposaldo della scena musicale psichedelica che ha colorato la 'Summer of Love'.
"L'aeroplano" Jefferson iniziò il proprio volo nel 1965, e Balin, al secolo Martyn Jerel Buchwald, ne fu ideologo e fondatore. Balin nasce cantane pop, voce dei Town Criers. Ma proprio nel '65 si lancia nel mondo dei nightclub, aprendo il The Matrix, una intera palazzina dedicata alla musica rock. Ma è in un altro locale notturno, il Drinking Gourd, che si imbatte nel musicista folk Paul Kantner e nella sua chitarra a 12 corde. I due decidono di mettere insieme un gruppo per richiamare pubblico nelle serate del The Matrix: alla chitarra c'era Jorma Kaukonen, al basso Jack Casady. Slip Spence è il batterista, mentre la voce è quella di Signe Toly Anderson. L'anno successivo incidono l'album di debutto: "Jefferson Airplane Takes off", il decollo dell'aeroplano e la via per il successo. Che però arriva solo l'anno successivo, insieme alla nuova sensuale cantante. Grace Slick, oltre alla voce e alla indiscutibile presenza scenica, porta in dote due pezzi. Due inni all'Lsd, destinati a diventare la colonna sonora della west coast psichedelica, fino all'apoteosi del palco di Woodstock nel 1969: "White Rabbit" e "Somebody to Love". I due brani confluiscono nel secondo album del gruppo "Surrealistic Pillow".
L'aeroplano ora ha preso il volo, presenza imprescindibile in tutti i festival che segnano la lunga stagione della pace e dell'amore, meglio se libero. Un volo radente che tocca tutti i festival che contano: lo Human Be-In di San Francisco, il festival di Wight, il Monterey Pop Festival, Woodstock. Un volo che si interrompe bruscamente ad Altamont, nel dicembre del 1969, quando i sogni di una generazione si infrangono, spezzati dalla violenza degli Hell's Angels in quel concerto organizzato dagli Stones e funestato dall'omicidio di Meredith Hunter.
Prima della doccia fredda di Altamont, gli Airplane inanellano un disco dietro l'altro: nel '67 arriva "After Bathing at Baxter's", seguito l'anno successivo da "Crown of Creation". Ma il capolavoro di Balin è "Volunteers", del 1969. Un disco che è un inno contro la guerra e contro il sistema. E che contiene la title track, firmata proprio da Balin insieme a Kantner, una dichiarazione di guerra alla società bigotta e perbenista.
Nel 1971 Balin lascia gli Airplane, fortemente turbato dalla morte dell'amica Janis Joplin e in disaccordo con lo stile di vita lisergico degli altri membri del gruppo. Un'assenza durata appena tre anni: nel 1974 torna sui suoi passi, ma al posto dell'aeroplano trova un'astronave. I Jefferson Airplane sono diventati Jefferson Starship. Con loro incide tre album, collaborando a un quarto. E trova lo spazio per piazzare un altro piccolo capolavoro: è "Miracles", contenuta in "Red Octopus" del 1975.
Nel 1978 lascia definitivamente la band, per tentare una carriera solista.