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"Toninelli, un ponte serve, solo un c...o di ponte": l'appello di un 28enne genovese diventa virale

Nello sfogo via social rivolto al ministro, il giovane gli ricorda la storia della sua città e il senso pratico dei suoi concittadini: "Genova è una città che muore piano piano"

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"Toninelli, un ponte serve, solo un c...o di ponte". Si conclude così il lungo sfogo su Facebook di un 28enne genovese, Simone Pagano, che, a 45 giorni dal crollo del ponte Morandi, scrive una lettera aperta al ministro di Infrastrutture e Trasporti, diventata in poche ore virale. "A noi non ce ne frega assolutamente nulla di avere un ponte 'multifunzionale' con una sala giochi, i ristoranti, i bar, i negozi e un parco dove i bambini possono giocare", scrive, ricordando l'innato senso pratico dei genovesi, le pecche di quel quartiere dall'aria irrespirabile per l'inquinamento ed elencando la storia gloriosa della Superba. "Genova è una città che muore piano piano, una città spezzata in due", continua.

Pagano rievoca i primati storici di Genova: dall'invenzione dei blue jeans, alle vittorie sul mare fino alla fondazione della prima banca al mondo e sottolinea il senso pratico che i genovesi hanno nel Dna: "Noi genovesi siamo pratici. Non ce la stiamo a filare, a raccontare. Noi genovesi facciamo le cose semplici e in poco tempo, perché il tempo è denaro".

Così oggi i genovesi stanno aspettando un ponte, un nuovo viadotto autostradale di 1.200 metri, non un nuovo centro commerciale ("A noi non ce ne frega assolutamente nulla di avere un ponte “multifunzionale” con una sala giochi, i ristoranti, i bar, i negozi e un parco dove i bambini possono giocare", scrive Pagano) né la "muraglia di ferro (a 500 metri dal mare, così arrugginisce in 1 anno) in mezzo al fiume con le altalene e Starbuck’s. Ce lo potremmo pagare anche noi genovesi il ponte, a patto che ci facciano le rate come al suo compagno di governo".

"Il comune sta facendo tutto il possibile per migliorare la situazione del traffico ma abbiamo bisogno di quel ponte. In 45 giorni non è stato ancora deciso il commissario, non si sa chi lo paga, chi lo progetta, chi lo costruisce, il suo bel Decreto Genova è stato fermato dalla Ragionerie di Stato perché 'molto incompleto', ma lei sa che a Genova serve un ponte polifunzionale", è la bacchettata di Pagano a Toninelli, mentre Genova lentamente si spegne spezzata in due dopo il crollo di quell'infrastruttura così vitale per la sua vita economica e sociale.

Fino alla stoccata finale: "Ora le faccio una proposta. Il suo partito è per la democrazia diretta giusto? Bene, venga con il suo modellino di Ponte futuristico, a Borzoli, a Certosa, a Bolzaneto, tra le macchine in coda da 4 ore e ce lo proponga. Avanti ministro, venga tra i cittadini a prendersi la democrazia diretta".

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