Arriva "Vinyl Magazine": un mensile per chi non si accontenta della musica liquida
Il nuovo mensile di De Agostini affiancherà le collezioni da sempre fiore all'occhiello della casa editrice. Si comincia con Pino Daniele
In tempi di servizi streaming e musica liquida c'è un supporto del passato che si sta facendo largo, tornando prepotentemente di moda. E' il vinile, con il suo carico di cura nella grafica e di qualità di ascolto. Per gli appassionati ora c'è un mensile completamente dedicato, "Vinyl", edito da De Agostini che da anni è leader nel campo delle collezioni musicali da edicola. "Il nostro obiettivo è di fare da punto di raccordo con le collezioni - spiega Stefano Bisatti, direttore generale Europa di De Agostini -, con una rivista ad ampio raggio, che parli dei dischi ma anche del contesto storico e sociale in cui sono nati".
Si tratta di una sfida, che punta a catturare il pubblico non solo con buona musica da ascoltare, ma anche con una rivista che in quella musica ci entri da molti punti di vista. Il tutto in un periodo in cui l'editoria musicale non se la passa bene. La copertina e la cover story del primo numero, in edicola dal 15 settembre, sono dedicate a
Pino Daniele. Contemporaneamente prende il via la collezione dei suoi album, per la prima volta in vinile 180 grammi: si parte da "
Nero a Metà" e, poi, ogni 15 giorni sarà disponibile in edicola un nuovo album acquistabile con il magazine. "La storia di De Agostini rispetto alla proposta di collane musicali è una storia che risale alla notte dei tempi - spiega Bisatti -. Da sempre abbiamo coperto il mondo della musica con collezioni che, all'inizio, erano un po' per neofiti assoluti e altre per appassionati più svezzati. Si è cominciato alla fine degli anni 80, con collane in diversi formati. Inizialmente vinili e cassette, poi è arrivato il cd. Andavamo dalla classica alla musica italiana".
Poi le cose sono cambiate...
Il mercato si è evoluto, quindi a un certo punto ci siamo concentrati sul cd abbandonando vinili e musicassette. E questo è andato avanti per parecchio tempo, seguendo un mercato importante. Che noi abbiamo aperto ma nel quale quotidiani e magazine si sono buttati a capofitto, saturando un po' il mercato ma facendo comunque numeri importanti, soprattutto rispetto a quelli che il mondo musicale faceva. Le edicole avevano una capillarità incredibile rispetto alla classica rete di distribuzione.
Quand'è che il vinile ha cominciato a tornare di moda?
Verso la fine degli anni 90 abbiamo iniziato a proporre alcune collane in vinile, in particolare dedicate al jazz e al blues. Si trattava di una summa di grandi interpreti di questi generi e il vinile era una richiesta che veniva da appassionati ai quali noi abbiamo pensato di guardare. Si trattava inizialmente veramente di operazioni di nicchia. L'utente tipico era quello che non aveva mai abbandonato il vinile, restando fedele al mondo dell'hi-fi. Poi abbiamo cominciato a proporre collane monografiche dedicate, iniziando con i Beatles.
E qui c'è stata l'esplosione?
Soprattutto in Italia, è montato un trend di ritorno, che ormai non coinvolge più soltanto gli appassionati di una certa fascia di età. Probabilmente si tratta di gente che si è stufata della musica liquida e ha scoperto il fascino di un oggetto anche bello da avere, dove copertine e grafiche hanno la loro importanza. Parliamo di un pubblico variegato, dove il grosso si concentra nella fascia sopra i 30-40 anni, anche per una questione di disponibilità di spesa.
Così il vinile si è preso la rivincita sul cd...
Il vinile prima era una parte dell'offerta, poi è diventato una nicchia per poi diventare la parte preponderante. E da noi l'edicola è stata fondamentale perché è stato il posto in cui i 33 giri ancora si trovavano quando nei negozi erano spariti.
Parliamo di un mercato che si è ampliato al punto da pensare a un mensile dedicato agli appassionati?
E' un momento difficile per l'editoria in generale, non ce lo nascondiamo. Ma noi vogliamo essere positivi. Noi non ci vogliamo collocare nel panorama musicale pensando di scalzare testate storiche di maggior blasone. Ma dopo aver creato queste collane e aver dato vita a una nostra community online che raccoglie appassionati a cui dare informazioni sull'argomento, abbiamo pensato che ci fosse un pubblico interessato non solo alla musica ma anche al lifestyle e al mood vintage che il vinile si porta dietro. Pensiamo di poter dire qualcosa su questo mondo, l'esperienza non ci manca.
Che caratteristiche ha "Vinyl"?
La rivista sarà acquistabile insieme ai 33 giri delle collane ma non si occuperà solo di questi. Sarà un trait d'union con le nostre collezioni. Attraverso recensioni, interviste e articoli di approfondimento, racconterà al pubblico non solo gli aspetti musicali, ma anche una visione allargata di questo mondo, dando un contesto storico e sociale in cui i dischi sono usciti. E contiamo di migliorare il magazine cammin facendo.
A chi si rivolge?
Noi non vogliamo parlare a un pubblico specializzato. Ci possono essere gli over 30 ma non solo. Come è stato in passato, si offrono collane di un genere musicale che si rivolgono a chi magari vuole crearsi una prima discografia. Abbiamo un doppio binario: parlare a un pubblico che ha magari conosciuto certi artisti quando era ragazzo e ha qualche disco e ora vuole completare la sua collezione. Oppure ai più giovani, che si approcciano per curiosità a una musica e a un supporto di cui hanno sentito parlare.
Prima ha citato l'importanza delle edicole nella rinascita del vinile. Ora anche le edicolo soffrono e molte chiudono: avrete anche altri canali di distribuzione?
Per una questione di diritti non possiamo andare su canali diversi dai nostri tradizionali. Canali per altro coperti già dalle major discografiche. La crisi dell'editoria e delle edicole è sicuramente forte ma parliamo ancora di numeri elevatissimi: con il numero 1 della rivista arriviamo in oltre 20mila punti vendita. Quale altra business industry ha questi numeri? L'edicola rimane ancora una forza, nonostante la crisi. E almeno nel breve-medio termine rimarrà tale.
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