Il governatore del Veneto, Luca Zaia prova a trovare una soluzione in extremis per la candidatura alle Olimpiadi: "Lancio un appello al sindaco di Torino, Chiara Appendino, perché ci ripensi". Per il presidente del Coni, Giovanni Malagò, la scelta torinese "è autolesionismo, ma siamo in tempo per ripensarci". Salvini: "Avanti con Cortina e Milano". L'appello di Zaia cade però nel vuoto. Il sindaco Appendino: "No da Torino, non c'è chiarezza".
Appendino: "E' stato un errore candidare tre città" - Secondo il sindaco Chiara Appendino, infatti, "Torino non si è tirata indietro, ha chiesto di avere chiarezza su certi elementi. La bozza di protocollo inviata dal sottosegretario Giorgetti non offriva queste risposte. Se si decide di fare un percorso deve essere chiaro. L'errore di fondo è stato provare a costruire una candidatura a tre città. Sono candidature complesse, si poteva scegliere Torino o un'altra città. Riteniamo il nostro modello fosse il migliore, molto più semplice nella gestione e costruzione dell'evento".
"No a impegni a scatola chiusa" - "E' fondamentale - ribadisce - avere la massima chiarezza su chi finanzia l'evento e come. Se si vuole portare avanti l'ipotesi di Olimpiadi senza fondi statali ma sostenute da Regioni e privati si chiarisca prima chi mette quanto, altrimenti è da irresponsabili andare avanti, non si prendono impegni a scatola chiusa. Torino non c'è perché la proposta manca completamente di chiarezza".
Salvini: "Il governo deve sostenere chi non si ritira" - "Se Torino si ritira per motivi politici, il dovere del governo è sostenere chi non si ritira", ribadisce il ministro dell'Interno. "Da italiano, sportivo e vicepremier farò tutto il possibile affinché i Giochi vengano organizzati in Italia: mi piaceva il progetto che coinvolge l'intero arco alpino, ci sono rivalità di campanile, ma se un progetto è utile a 60 milioni di italiani il mio dovere è andare avanti".
Zaia: "E' un peccato sciupare questa opportunità" - Il governatore del Veneto, dal canto suo, sottolinea che "questa non è una sfida o una prova muscolare", e spiega di essere "un inguaribile ottimista: non ci sono solo i 980 milioni per le Olimpiadi, noi rinunciamo anche al tema del posizionamento del nome. E' un peccato sciupare questa opportunità". Zaia chiarisce quindi che "senza le garanzie del governo, ma io spero che questo non accada, è chiaro che per sole due città trovare 400 milioni non è una cosa da poco. Ma spero sempre nel sostegno del Coni e l'appello al governo resta aperto".
Malagò: "E' stata Torino a far saltare il banco" - E proprio il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ricostruisce l'iter della vicenda spiegando che è stata proprio Torino a far saltare il banco. "Avendo tre candidature - spiega - abbiamo chiesto al governo come muoverci. Ci hanno indicato due condizioni: la coesione più totale e la massima attenzione rispetto ai costi. Una commissione ha deciso che la cosa migliore fosse la candidatura a tre. La migliore, la più innovativa, una grande idea. Ci siamo rivolti al Cio che ha ritenuto fattibile la cosa, anche grazie a quanto previsto dall'agenda 2020".
A quel punto, prosegue Malagò, "il governatore del Veneto Zaia ha fatto sapere che l'ipotesi tridente andava bene. Il sindaco di Milano Sala ha posto due condizioni: che la governance restasse in mano al governo e che Milano dovesse essere la prima nei loghi e nell'acronimo - Milano-Torino-Cortina". La Appendino, invece, "ha fatto sapere di rimanere ferma alla delibera del Consiglio Comunale per continuare la candidatura olimpica in solitudine. E' evidente che non c'è altra motivazione. A questo punto il sottosegretario Giorgetti è andato in Parlamento prendendo atto che non ci fosse condivisione".
Galliani: "Il governo non può fare come Ponzio Pilato" - "La candidatura italiana di Milano e Cortina ad ospitare i Giochi Olimpici invernali 2026 è un'ottima notizia. Noi la appoggiamo senza se e senza ma". Lo dichiarano i parlamentari di Forza Italia Adriano Galliani e Marco Marin. "Chiediamo al governo di non fare nella migliore delle ipotesi come Ponzio Pilato. E' la prima volta che non sostiene una candidatura italiana in una sfida mondiale così importante".
Chiamparino: "C'è ancora tempo" - Sul tema interviene poi anche il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, che auspica un ripensamento dell'amministrazione torinese: "Penso ci sia ancora tempo".
Sala: "D'accordo con l'accoppiata Milano-Cortina" - Il sindaco di Milano, Beppe Sala, invece, non rimpiange l'uscita di Torino: "Sono assolutamente d'accordo con l'accoppiata Milano-Cortina. Nel brand olimpico ci sarà Milano-Cortina 2026". Il primo cittadino meneghino spiega quindi di aver "sentito il sindaco di Cortina e lui è d'accordo. La mia battaglia non è di arroganza, ma in questo momento avere davanti il nome e l'immagine di Milano è un bene per tutti, per questa città e per l'Italia. Lo dice uno che è spesso all'estero e sente gli umori del mondo su Milano, una città che ha grande reputazione".