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Pm Di Matteo al Csm: "Mai stati così vicini alla verità sulla morte di Borsellino"

Il magistrato che si occupa della strage di via D'Amelio si difende dalle accuse di depistaggio

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"Sulla strage di via d'Amelio siamo a un passo dalla verità. Mai come ora siamo vicini alla verità. E questo grazie a me e ad altri magistrati". Lo ha detto il pm Nino Di Matteo nell'audizione davanti al Csm. "Non è giusto che questi magistrati siano accostati a depistaggi e questa accusa è strumentale a chi non vuole che si vada avanti" ha aggiunto, parlando di "prezzi altissimi" pagati da lui stesso e dai suoi familiari.

Furto agenda rossa fu prima azione depistaggio - Per arrivare alla verità "la prima cosa da approfondire e il furto dell'agenda rossa sulla quale lui scriveva cose 'molto gravi', parole sue. Il furto dell'agenda rossa fu la prima azione di depistaggio e non può esser stato compiuto dai mafiosi che hanno sicuramente azionato il telecomando ma non potevano rubare l'agenda". Questa le tesi del pm Antonino di Matteo audito dalla prima Commissione del Consiglio superiore della magistratura nell'ambito dell'istruttoria sulla strage di Via D'Amelio. "Non c'è alcun dubbio che Paolo Borsellino tenesse un'agenda rossa regalatagli dai carabinieri del ros, non c'è dubbio che l'avesse con sè il giorno della strage. Non c'è dubbio che in quei giorni avesse annotato con trepidazione e ansia una serie di circostanze che aveva scoperto ed e' certo che in quel momento ci fosse una trattativa tra ros e Riina intermediata da Vito Ciancimino".

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