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Crollo ponte, i Vigili del Fuoco issano la bandiera di Genova sul pilone | Toninelli: "Ignobile che i lavoratori di Autostrade paghino per Genova"

Sulla sommità del pilone del Ponte Morandi il vessillo della città

"La bandiera di Genova posizionata dai Vigili del Fuoco sul Ponte Morandi vale più di mille parole. Quando i Vigili del Fuoco ci hanno chiesto di poterlo fare, nel giorno in cui è iniziata l'installazione dei sensori, io e il sindaco Bucci abbiamo subito detto sì. A noi piacciono i fatti". Così Giovanni Tori, Governatore della Liguria, ha commentato le immagini da lui stesso postate su Twitter che mostrano la bella iniziativa intrapresa dai Vigili del Fuoco. Un modo per ricordare le 43 vittime del crollo dello scorso 14 agosto ma anche la voglia di guardare con coraggio al domani. La bandiera di Genova, la croce di San Giorgio, il secolare simbolo della Superba, è stata issata sulla sommità della torre d’acciaio, non lontano dal tratto crollato.

La bandiera di #Genova posizionata dai Vigili del Fuoco su #PonteMorandi vale più di mille parole. Quando i VVF ci hanno chiesto di poterlo fare, nel giorno in cui è iniziata l'installazione dei sensori, io e il sindaco Bucci abbiamo subito detto sì. A noi piacciono i fatti. pic.twitter.com/jqodq3HXYh — Giovanni Toti (@GiovanniToti) 16 settembre 2018

Toninelli: "Ignobile che i lavoratori di Autostrade paghino per Genova" Se Genova non si è mai fermata, le polemiche sembrano correre più veloci. Soprattutto quelle tra il Governo e Autostrade, che oggi hanno scritto un nuovo capitolo di uno scontro che dura da un mese. L'iniziativa benefica dei dipendenti della società che hanno devoluto fondi per le famiglie delle vittime ha scandalizzato il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: "È incredibile leggere di Autostrade che chiede ai suoi dipendenti di devolvere parte dello stipendio per risarcire le vittime di Genova. Scaricare i costi del disastro sui lavoratori è semplicemente ignobile", tuona su twitter. Ma la società concessionaria spiega in una nota che la raccolta fondi è "un'iniziativa spontanea di alcuni dipendenti, nata dalla loro sensibilità" e che non ha nulla a che fare né con i contributi agli abitanti e ai commercianti della Zona Rossa "né con il piano di interventi per Genova dal valore di 500 milioni di euro".

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