Non è mai stata così alta la spesa turistica per cibi e bevande durante le vacanze estive: circa 17 miliardi di euro, destinati a pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, e per acquistare prodotti enogastronomici. Un risultato, secondo la Coldiretti, raggiunto anche grazie all'andamento positivo di settembre. La maggior spesa delle vacanze quest'anno è stata destinata all'alimentazione, che ha superato quella per l'alloggio.
Nell'estate 2018 il 34% dei 38,5 milioni di italiani in vacanza ha consumato pasti principalmente al ristorante, il 9% in agriturismi, l'8% in pizzeria, ma più uno su quattro (il 26%) ha mangiato a casa, anche se non manca chi ha scelto paninoteche, fast food, cibi di strada e pranzi al sacco. L'acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze, poi, è una tendenza in rapido sviluppo favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione delle specialità locali che si è verifica nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, mercati, feste e sagre di ogni tipo.
Sette turisti su 10 (71%) in vacanza nel Bel Paese hanno visitato frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti a chilometri zero direttamente dai produttori e ottimizzare il rapporto prezzo/qualità.
"L'Italia è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare, che peraltro ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica - rimarca il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo -. Il buon cibo insieme al turismo e alla cultura rappresentano le leve strategiche determinanti per tornare a crescere".
L'agricoltura italiana, rivendica l'organizzazione, è la più green d'Europa e può contare su 5.056 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni, 294 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (ogm), 40mila aziende agricole impegnate nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il maggior numero di prodotti agroalimentari con residui chimici regolari (99,4%).
L'offerta enogastronomica rappresenta ormai una primaria motivazione di viaggio in Italia, con quasi uno straniero su quattro (23%) che riconosce nell'Italia il Paese della buona cucina, e il 59% dei turisti stranieri continua a comprare prodotti italiani una volta rientrato in patria. Una tendenza che riguarda il 25,9% dei visitatori francesi, il 22,5% di quelli tedeschi e il 16,9% di quelli del Regno Unito e che ha permesso di conquistare nel 2018 il record storico per il Made in Italy agroalimentare nel mondo, con le esportazioni che fanno registrare un incremento del 3,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un valore che sfiora i 10 miliardi nel primo trimestre.