Legge e burocrazia non fanno sconti. Nemmeno nel nome del buon senso. Così, Anna Mancuso, titolare dell'omonima boutique nel centro storico di Sulmona (L'Aquila), a dicembre sarà costretta a rimuovere lo scivolo per disabili che nel 2011 aveva fatto porre all'ingresso del suo negozio, a sostituzione del precedente. Nel frattempo, dal 2013 ha collezionato multe e cartelle esattoriali per non aver dichiarato e pagato l'occupazione del suolo pubblico. "Ho abbattuto le barriere architettoniche del mio negozio - racconta a Tgcom24 - anche per dare un servizio alla città, ma tolgo tutto perché la spesa è insostenibile".
"Tutto è iniziato nel 2011 - racconta la negoziante a Tgcom24, - quando ho ristrutturato il negozio e ho fatto sostituire il vecchio scivolo messo all'ingresso dal precedente titolare, il quale mi aveva assicurato che non c'era nulla da pagare".
"In fondo, ho pensato, è giusto così: era un servizio che davo alle mie clienti e che era utile anche a me che al tempo avevo difficoltà motorie risolte poi con un intervento, ma che poteva dare lustro a Sulmona stessa, una città che nel 2018 è ancora piena di barriere architettoniche".
E, invece, la mancata dichiarazione e il non pagamento di occupazione del suolo pubblico non perdonano. "Dal 2013 sono iniziate ad arrivare multe e cartelle esattoriali, anche per le due piante che a mie spese avevo messo all'ingresso, per abbellire sì la mia vetrina, ma soprattutto per abbellire il corso cittadino. Queste, ora, sono spese che non posso permettermi e per questo sono costretta a togliere tutto", continua.
"Così io che per prima ho provato ad abbattere le barriere architettoniche della città sono costretta a fare un passo indietro, un paradosso", conclude.
Cosa comporterà questo per la sua attività? "Non solo penalizzo la mia clientela, considerando che vendo taglie comode e comfort, ma mi arrendo all'ottusità di un Comune che non ci ascolta, eppure dà poi in gestione dei commercianti del centro storico vasi e piante che ha provveduto ad acquistare. Logiche per me poco comprensibili".