Un nuovo album e una tournée per parlare dell'amore corrisposto e felice. Gatto Panceri torna con l'ottavo album della sua carriera e in un'intervista al Tgcom racconta il suo viaggio nei sentimenti. "La musica deve essere solare - dice l'artista -, fare bene all'animo, non deve trasmettere tristezza e angoscia". Il cantautore milanese lascia quindi da parte le difficoltà della vita quotidiana per condurre l'ascoltatore in un mondo fatto di colori, melodia e solarità.
"Passaporto" è un album che parla d'amore ma anche di voglia di libertà, perché ha privilegiato questi due temi?
I comuni denominatori di questo album sono il viaggio con i suoi colori e i suoi sapori, inteso anche come viaggio della mente, e l'amore, che privilegia il concetto di libertà e di indipendenza, per me fondamentali quando si ama. Credo che sia un album gioioso nel suo complesso: il mio intento era proprio quello di dare giovamento a chi lo ascolta. E' un lavoro distante dalle situazioni angosciose e negative, vuole essere una nota positiva. Penso che il ruolo della musica sia proprio quello di dare conforto e far star bene. Passaporto è allo stesso tempo un disco melodico e selvatico ma non arrogante: non ha infatti la presunzione di lanciare messaggi.
Com'è nato questo disco?
C'è stata una lunga gestazione alla base. Per due anni e mezzo ho fatto numerosi concerti e scritto canzoni per me e per artisti come Renato Zero, Dolcenera e Fogli. A gennaio poi, ho selezionato i testi che mi sembravano di buon livello e ho inciso il disco. Lavoro un po' alla vecchia maniera: non penso solo al singolo, ma a tutto l'album nel suo complesso e scrivo ogni canzone come se dovesse essere il brano trainante del cd, questo perché non voglio deludere chi mi ascolta.
Perché ha scelto "Passaporto" come titolo del suo ottavo lavoro?
Ho scelto questo titolo perché rappresenta il mio concetto di viaggio, inteso come sogno, come itinerario della mente e della fantasia. In più il passaporto si prestava a creare la copertina. Mi piaceva che l'idea fosse rappresentata da un documento di identità...questo lavoro incarna la mia personalità dolce ma allo stesso tempo un po' selvatica.
Ha scritto per importanti artisti del calibro di Andrea Bocelli e Mina, c'è una canzone che avrebbe voluto interpretare al posto loro?
No, nenache una, non sono geloso delle mie creazioni. Certo, sono molto legato a Vivo per lei ma penso che sia perfetta cantata da Andrea Bocelli e Giorgia. In realtà, compongo le canzoni come se dovessi interpretarle io, poi quando un artista me ne chiede una apro il cassetto e tiro fuori quella che secondo me è più vicina alle sue caratteristiche vocali. Tuttavia, nei concerti me ne approprio e le canto in modo da rendere ogni live un evento unico e irripetibile.
Nel 2000 ha cantato davanti a Giovanni Paolo II, cosa ricorda di questa esperienza?
L'emozione che ho provato in quel momento. Esibendomi davanti al Papa ho rivalutato il ruolo del mio lavoro. A volte mi sento solo un intrattenitore ma in quell'occasione ho capito che anche una canzone pop o una ballata rock possono trasmettere significati che vanno oltre il solo intrattenimento.
Secondo lei qual è la canzone che potrebbe diventare il tormentone estivo 2006?
Direi Stop dimentica di Tiziano Ferro. Il testo e la melodia sono ben costruite.Trovo che Tiziano sia il giovane più interessante di questo periodo.
In questi giorni è impegnato con il suo tour...
Sì, sto girando l'Italia con il mio nuovo album e i miei vecchi successi. Il primo luglio sarò a Novara, il 3 a Modena e il 6 a Como. Ma il tour proseguirà con molte altre date.
Simona Pisoni