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Mondo di mezzo, Carminati e Buzzi rischiano il carcere duro

Altri 4, ora ai domiciliari, rischiano di tornare in carcere per via della condanna per associazione mafiosa

tgcom24

Possibile ritorno in carcere per almeno quattro imputati ma soprattutto rischio di carcere duro per Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Questi i primi provvedimenti che potrebbero arrivare alla luce della sentenza di martedì della III corte d'Appello di Roma che ha riconosciuto l'associazione mafiosa nelle condanne di alcuni imputati del maxiprocesso al cosiddetto "Mondo di mezzo".

Se l'applicazione del regime di 41 bis (il carcere duro per i mafiosi) spetta al ministro della Giustizia su richiesta dell'autorità giudiziaria, a valutare il ritorno in carcere per 4 imputati sarà invece la Procura generale, le cui eventuali richieste cautelari dovranno poi essere applicate dalla corte che ha emesso la sentenza.

A rischiare carcere duro sono comunque solo i capi: per Carminati, detenuto nel carcere milanese di Opera, non sarebbe una novità, visto che per lui è stato applicato dal 24 dicembre 2014 al luglio del 2017, ma il regime speciale era decaduto dopo la sentenza di primo grado. Per il "ras" delle cooperative romane Salvatore Buzzi, detenuto a Tolmezzo, si tratterebbe invece di un inasprimento finora mai attuato nei suoi confronti.

I 4 che rischiano di tornare in carcere sono i condannati che si trovano attualmente agli arresti domiciliari: l'ex consigliere comunale e regionale Luca Gramazio (8 anni e 8 mesi), i collaboratori di Carminati Matteo Calvio (10 anni e 4 mesi) e Riccardo Brugia (11 anni e 4 mesi) e l'imprenditore Fabrizio Franco Testa (9 anni e 4 mesi). Per gli altri 11 imputati che si trovano in stato di libertà pur essendo stati condannati per associazione mafiosa o con l'aggravante del metodo mafioso non dovrebbe esserci rischio di nuova carcerazione.

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