Alzi la mano chi non ha mai avuto problemi con i parenti, vicini e lontani! Dall’intromissione indebita all’eccessiva latitanza quando si avrebbe tanto bisogno di una mano, dalla brutta abitudine a giudicare gli aspetti più vari della nostra vita e della nostra casa alla sgradevole abitudine ad aggregarsi a noi quando invece vorremmo stare da soli e in intimità con il nostro partner e i nostri bambini: sono infinite le occasioni in cui il parentado diventa invadente e oppressivo. Ecco come sopravvivere e non perdere la serenità.
QUALCHE COMPROMESSO – Nella vita è indispensabile venirsi un po’ incontro. Non è giusto negare al nostro partner il piacere di incontrarsi con i suoi familiari o ai nonni e agli zii di vedere i nipotini e giocare con loro, anche se preferiremmo che questo accadesse in certi momenti e non a qualsiasi ora del giorno e del fine settimana: spesso è anche inutile contare sulla collaborazione di lui per mettere freno a queste incursioni. Tanto vale armarci di pazienza e di determinazione e farci da noi le nostre ragioni. Il primo passo è mettere delle regole e dei limiti alle incursioni di mamma, suocera e altri parenti. Stabiliamo ad esempio giorni e fasce orarie precise in cui siamo “aperti” alle visite e altre in cui la casa è off limits, per salvaguardare l’intimità e la privacy. Troviamo un compromesso che, magari, ci dia anche una mano: un paio di volte a settimana le nonne, le zie o le cugine potrebbero incaricarsi di riprendere i bambini da scuola (facendoci anche risparmiare sulla baby sitter) e li riportassero a casa dopo un paio d’ore. Oppure: sì alla serata davanti alla partita in tv, ma non tutte le settimane e a turno a casa dell’uno e dell’altro, mentre noi usciamo magari con le amiche.
NO AI MOMENTI FISSI – Cerchiamo di non creare delle situazioni troppo codificate in cui incontrarsi: l’abitudine potrebbe diventare difficile e gravosa da sostenere. No al pranzo fisso della domenica, ad esempio: meglio creare di volta in volta un’occasione particolare o un momento speciale, da variare il più possibile per non creare aspettative e obblighi. Il fatto di uscire dai soliti schemi può aiutare anche a far emergere lati diversi del carattere, nostro e dei familiari.
SITUAZIONI SEMPRE DIVERSE – Il luogo in cui ci si incontra può risultare strategico per evitare litigi e malumori. Se vedersi in casa offre troppi spunti e occasioni di scontro, si può condividere almeno ogni tanto una cena al ristorante o in pizzeria, oppure una gita fuori porta a una sagra o a una manifestazione sportiva legata ai figli, o ancora una merenda all’aperto. Il fatto di trovarsi in un luogo pubblico, tra l’altro, costringerà tutti a conservare determinati comportamenti. Se ci si incontra per mangiare, scegliamo con cura il posto a tavola: non saranno tutti così sgradevoli, no?
AIUTI E AFFINI – Se vogliamo mantenere una certa distanza dai nostri parenti-serpenti dobbiamo anche essere in grado di non ricorrere al loro aiuto nelle incombenze quotidiane. Se vogliamo tenete a distanza la mamma o la suocera, non possiamo chiederle di farci da baby sitter in continuazione. E se è lei a offrirsi, bisogna avere la forza di dire “No grazie, anche se avere il suo aiuto ci farebbe comodo. In caso contrario dobbiamo armarci di santa pazienza e sopportare le sue intromissioni, almeno entro certi limiti.
I CHILOMETRI AIUTANO – Abitare a una certa distanza può essere d’aiuto. Si tratta di una scelta strategica da fare una volta per tutte, in accordo con il proprio compagno: la decisione di conservare l’autonomia e l’intimità di una famiglia è una scelta importante e che deve essere condivisa. Se siamo consapevoli che la famiglia di origine può essere ingombrante, meglio scegliere di non abitare al piano di sopra, anche se questo comporta un certo sacrificio economico: la serenità non ha prezzo.
SUOCERA: SORVEGLIATA SPECIALE – Un capitolo a parte spetta alla mamma di lui. Anche se i rapporti sono affettuosi e la consideriamo come e più di una seconda madre, ci sono alcune piccole accortezze da non dimenticare: non critichiamo mai il modo in cui ha educato il nostro lui, ad esempio a proposito del disordine o di alcune sue abitudini che troviamo fastidiose; non mettiamoci in competizione con lei, che si tratti di cucina, del modo in cui teniamo la casa o della rispettiva vita professionale; non nominiamo mai davanti a lei i nostri ex, a meno che non siano diventati amici di famiglia a cui tutti vogliono bene; non affrontiamo mai qualsiasi argomento legato al sesso che coinvolga il nostro compagno. Per lei, il nostro partener resterà per sempre il suo bambino. E in fondo, è giusto così.
A MALI ESTREMI – Se le abbiamo provate tutte, con calma e gentilezza, ma la situazioni non migliora, occorre passare a misure più energiche. Innanzi tutto, informiamo il nostro “parente serpente” che il suo comportamento ci ha creato disagio e che non siamo più disposti a tollerarlo. Stabiliamo dei limiti ben precisi, ad esempio possiamo tollerare una sola telefonata al giorno e silenzio nel weekend, non quel continuo trillare del cellulare a tutte le ore. Se non ci sono risultati, avvertiamo il parente che stiamo per passare a contromisure difensive: il telefono sarà staccato o silenziato e qualsiasi comunicazione sarà interrotta per un mese. In questo caso è importante spiegare bene, con la massima sincerità, quello che si ha intenzione di fare, spiegando che non ci è stata lasciata nessuna alternativa. Se anche questa misura non è efficace e i limiti continuano a essere superati, occorre pensare seriamente al valore di questa relazione, almeno nella sua forma attuale, … e correre ai ripari.