"Abbiamo la certezza che si tratti di polmonite batterica". Lo ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, parlando degli episodi di polmonite che si stanno registrando nel Bresciano. In quanto al tipo di batterio, nell'ultimo periodo "sono in aumento i casi di legionella e questo ci fa pensare che il batterio in questione sia proprio la legionella", ha aggiunto.
I casi di polmonite nel Bresciano sono in aumento: è stata infatti superata quota 200. Gallera è stato chiamato a riferire in aula del Consiglio regionale sull'allarme sanitario che dal Bresciano si sta spostando anche fuori provincia. Solo nella giornata di oggi sei persone provenienti dall'ospedale di Asola (Mantova) sono state ricoverate a Mantova e altrettante si trovano sotto osservazione. Secondo l'assessore Gallera "il dato evidente è che il fenomeno di contagio è avvenuto dal 2 al 7 settembre".
Nel frattempo la Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta contro ignoti. Epidemia colposa è l'ipotesi avanzata dal sostituto procuratore Maria Cristina Bonomo che ha affidato ai carabinieri del Nas il compito di effettuare indagini soprattutto sulla rete idrica dei principali comuni interessati dai casi di polmonite. Non è stata però la Procura bresciana, bensì Ats, a disporre l'autopsia sul corpo della 69enne morta nei giorni scorsi a Mezzane di Calvisano (Brescia). Si tratta di un esame voluto per escludere, come è stato fatto, che il decesso fosse legato ai casi di polmonite.
La preoccupazione tra i residenti continua ad essere alta, ma nessun sindaco del distretto bresciano interessato dall'epidemia ha emesso ordinanze di chiusure delle scuole. "Se solo ci fosse stato il minimo rischio saremmo intervenuti", racconta il sindaco di Carpenedolo, Stefano Tramonti.