I suoi poster sono celebri in tutto il mondo, anche le nuove generazioni conoscono i suoi disegni. Perché il suo stile mutuato dal retino tipografico e il suo utilizzo del fumetto in ambito pittorico fanno parte non solo della storia dell'arte del Novecento, ma del patrimonio culturale della collettività. Oggi il genio di Roy Lichtenstein, considerato uno dei padri della Pop Art, arriva a Parma. In esposizione alla Fondazione Magnani-Rocca fino al 9 dicembre 2018 più di 80 opere del grande maestro e di altri protagonisti dell'arte popolare americana.
Roy Lichtenstein (New York 1923-1997) ha influenzato grafici, designer, pubblicitari ed altri artisti contemporanei tanto che ancora oggi è possibile riscontrare riferimenti al suo stile in ogni ambito del design e della comunicazione.
La mostra - allestita alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione a Mamiano di Traversetolo a Parma - riunisce oltre 80 opere del maestro e degli altri grandi protagonisti della Pop Art americana per evidenziare sia la sua originalità sia la sua appartenenza a uno specifico clima. Sono presenti infatti, a confronto con quelle di Lichtenstein, anche opere iconiche di Andy Warhol, Mel Ramos, Allan D’Arcangelo, Tom Wesselmann, James Rosenquist e Robert Indiana.
Roy Lichtenstein è considerato, insieme a Andy Warhol, la figura più rappresentativa e più conosciuta della Pop Art, e dell'intera storia dell'arte della seconda metà del XX secolo. A distanza di decenni i suoi dipinti continuano a suscitare enorme interesse nel mercato dell’arte e sono stati venduti anche negli ultimi anni per decine di milioni di dollari. In virtù di questa sua fama e della sua centralità, Lichtenstein è stato oggetto nel mondo di numerose mostre antologiche che ne hanno ripercorso la lunga carriera, iniziata negli anni Cinquanta, giunta a un punto di svolta decisivo nei primissimi anni Sessanta, consacrata definitivamente nel corso dello stesso decennio e proseguita con coerenza sino alla scomparsa avvenuta nel 1997.
La prima parte della mostra è dedicata alla stagione iniziale della Pop Art, quegli anni fra il 1960 e il 1965 in cui nascono le icone di Lichtenstein tratte dal mondo dei fumetti e della pubblicità. Questo periodo è rappresentato in mostra da autentici capolavori pittorici come Little Aloha (1962) e Ball of Twine (1963). Ma anche da una rarissima opera degli inizi come Viip! (1962), e da una strepitosa serie di opere grafiche, tra le quali spiccano Crying Girl (1963) e Sweet Dreams, Baby! (1965), le più geniali e celebri rielaborazioni delle tavole dei comics che ancora oggi identificano non solo Lichtenstein ma un intero decennio della storia dell'arte e del costume del XX secolo.
A fianco delle opere derivate dai fumetti, certo le sue più conosciute, Lichtenstein inizia alcune serie che hanno come riferimento da un lato la storia dell’arte, dall’altro il grande tema dell’astrazione pittorica: sono i dipinti che testimoniano la varietà e la complessità del pittore e che aprono nuove interpretazioni sia sulla sua opera che sull’intera stagione della cosiddetta Pop Art. Di questo periodo sono i paesaggi e le astrazioni numeriche.
Quasi contemporaneamente nascono le figure ispirate a Picasso e a Matisse, ma anche dal Surrealismo, come la celeberrima Girl with Tear (1977) che giunge in via straordinaria dalla Fondation Beyeler di Basilea.
La mostra - a cura di Walter Guadagnini, già autore di storiche ricognizioni sulla Pop Art, e Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione Magnani-Rocca - è poi punteggiata da alcune serie di fotografie che ritraggono l’artista all’opera nel suo studio. Gli autori sono due protagonisti della fotografia d’arte italiana, Ugo Mulas e Aurelio Amendola, che, in diversi momenti, hanno ritratto Lichtenstein. In questo modo non solo si può entrare nell’officina dell’artista, ma anche leggere il rapporto che sempre ha legato la cultura italiana al pittore.
Un'esposizione che permette di apprezzare Lichtenstein nella sua interezza, affrontando tutte le stagioni e tutti i temi della sua arte. Per questa ragione, la mostra può essere vista seguendo due percorsi complementari: considerando i diversi temi secondo il tradizionale ordine cronologico, oppure analizzandoli seguendo proprio la metodologia di Lichtenstein - con una particolare attenzione, oltre che alle opere su tela, alla formidabile produzione grafica, momento assolutamente centrale nel percorso creativo dell'artista.
Lichtenstein
Fondazione Magnani-Rocca, Parma
dall'8 settembre al 9 dicembre 2018
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