E' rimasto appeso per 4 ore al furgone con la cintura di sicurezza per poi essere salvato da un vigile del fuoco. E' quanto accaduto a Gianluca Ardini, 28 anni, uno dei sopravvissuto al crollo del ponte Morandi, a Genova. Accanto a lui il suo collega Luigi che, invece, non ce l’ha fatta. In quel drammatico momento, Gianluca pensava al figlio Pietro che nascerà tra qualche giorno: "Ore lunghissime, sei lì pieno di dolori e non vedi l’ora che qualcuno ti salvi. In una situazione del genere pensi alla famiglia, al bambino che deve nascere, a come hai fatto a salvarti. Poteva andare molto peggio", ha raccontato il 28enne a Newsmediaset.
"Ricordo di aver visto cadere alcuni pezzi del pilone e poi, come nei film, l’asfalto si è sgretolato e siamo sprofondati giù. Continuo a pensare a com’era ridotto il furgone e a chiedermi com’è possibile che io sia ancora vivo. In quel momento ho pensato al peggio, sarei potuto rimanere paralizzato e invece è andata bene". E poi un pensiero va al vigile del fuoco che gli ha salvato la vita: "E’ il mio angelo custode. È stato veramente eccezionale", ha concluso.