LE ICONE DEI VIDEOGIOCHI

Bowser, il cattivo videoludico per eccellenza

La tartaruga che non poteva fare a meno di rapire principesse, l'antagonista principale di Super Mario creato da Nintendo

© IGN

Donkey Kong ha scelto la strada della redenzione, per diventare un’icona. Ha smesso di lanciare barili agli idraulici e si è messo a fare – a modo suo – l’eroe. Ma c’è chi invece ha deciso di restare coerentemente dalla parte del torto, per più di trentacinque anni, infastidito come un toro dal rosso di quella salopette e di quel cappello. Bowser, in questo senso, è il cattivo per eccellenza della storia dei videogiochi. Neanche lontanamente il più cattivo, intendiamoci (pur sempre del mondo di Mario si parla), ma probabilmente il più famoso.

Non può che essere così, quando sei l’antagonista principale di uno dei videogiochi più famosi di tutti i tempi: Super Mario Bros., dell’ormai lontano 1985. Dopo le disavventure con Kong, Bowser fece il suo debutto quando Mario e il suo mondo diventarono davvero Super – in più sensi. La paternità del personaggio è ancora una volta attribuita a Shigeru Miyamoto, che si ispirò al Re Toro del film di animazione Alakazam the Great, noto da noi con il nome vagamente fuorviante di Le 13 fatiche di Ercolino.

Il film, distribuito nel 1960, metteva in scena alcuni frammenti del Viaggio in Occidente, la celebre opera cinese attribuita, tradizionalmente, a Wú Chéng'ēn. Il primo Bowser però era ben più simile a una tartaruga che a un toro e, dato che la sua armata era composta anche da piccole (si fa per dire) e minacciose tartarughe, il team di sviluppo scelse di assecondare questa forma “involontaria”, mettendo un guscio sulla schiena alla nemesi di Mario.

Per quanto riguarda il suo nome in lingua originale, Koopa, pare che Miyamoto si sia ispirato al nome giapponese di una pietanza coreana, il gukbap...  che niente ha a che fare con le tartarughe! Si tratta infatti di una zuppa calda con riso, servita con ingredienti che variano di regione in regione.

Il tono e la portata della minaccia che Bowser rappresenta, capitolo dopo capitolo, per Mario e soci è variabile, così come mutevole è l’interno mondo di gioco. Come sarebbe stato possibile rimanere per tutti questi anni sulla cresta dell’onda, altrimenti? All’esordio, la sua figura (relativamente) gigantesca si stagliava sullo sfondo cupo del suo castello, tra pozze di lava e minacce letali. Il pericolo era serio, quasi tangibile.

Nel capitolo che ha accompagnato l’arrivo sul mercato di Switch, Super Mario Odyssey, Bowser ha una faccia totalmente diversa. Quanto è lontano dall’immagine del terribile Re sputafuoco quell’antagonista vestito da sposo! E questo la dice anche lunga sul suo interesse nei confronti della principessa Peach, che non viene semplicemente rapita per attirare Mario in trappola e poter diventare il tiranno di tutto il regno: c’è una sorta di comica e improbabile infatuazione che ha spinto Bowser a tentare il solito piano così tante volte, per così tanto tempo.

Così come Mario e Luigi, anche Bowser ha avuto una parentesi televisiva – della quale non va neppure troppo fiero. Si parla, ovviamente, del film del 1993 Super Mario Bros. che, nonostante la qualità che, generosamente, definiamo dubbia della pellicola, aveva deciso di affidare il ruolo dell’antagonista a un attore davvero d’eccezione: il compianto Dennis Hopper, in quel caso senza moto ma con completo d’ordinanza (e capigliatura discutibile).

Bowser, da quel lontano debutto, è stato quasi onnipresente tra i vari Super Mario Bros., pur con alcune eccezioni (Super Mario Land per Game Boy aveva un altro antagonista principale: Tatanka). Molto spesso da solo, se non contiamo la schiera di servitori, altre volte in compagnia del figlio (madre non pervenuta), Bowser Jr.! Qualche volta è persino ritornato bambino: esiste infatti un Baby Bowser, specializzato da anni nell’infastidire Yoshi.

Come tutti i personaggi della serie che deve il nome all’idraulico italiano più celebre del mondo, Bowser è apparso in molti giochi “collaterali”, come i vari Mario Kart, o i Super Smash Bros. (in cui appare di certo più suo agio, rispetto che sul sedile di un piccolo kart), ma non ha visitato molto spesso altri mondi. I suoi, dati gli anni di attività e il numero di comparsi, sono stati comunque più che sufficienti a renderlo un personaggio assolutamente indimenticabile. Spesso crudele e sempre ostinato, ma indimenticabile.