Torna l’icona dei videogiochi

Lara Croft, il terzo Tomb Raider è quello della maturità

Nel nuovo capitolo della serie, l'archeologa inglese è alle prese con una nuova serie di sfide letali.

Non si fa fatica a descrivere Tomb Raider come una delle serie più famose della storia dei videogiochi. Dai fasti del primo gioco, che spopolò negli anni Novanta su Saturn, PlayStation e PC, partì una prima serie di avventure che portarono Lara a diventare una vera e propria icona: modelle che la interpretavano (ben prima che esplodesse il fenomeno dei cosplayer), ospitate nei tour degli U2, due film con Angelina Jolie nei panni di Lara, citazioni a profusione su media di ogni tipo. Poi, un po’ di riposo per Miss Croft, fino a che, nel 2013, Square Enix ed Eidos riportarono Lara sotto ai riflettori con quello che in gergo si definisce un “reboot”, ovvero un nuovo inizio.
E che inizio, per Lara! Protagonista di un’avventura ritmata e declinata sui fasti dei giochi d’azione moderni, certo, ma anche capace di far soffrire il giocatore insieme alla protagonista grazie alla situazione in cui, spaesata, Lara si trovava suo malgrado a combattere. E se quello del 2013 ha rappresentato un nuovo inizio, con Rise of the Tomb Raider (2015) e - soprattutto - con l’imminente Shadow of the Tomb Raider, il percorso di Lara da giovane ereditiera a esploratrice potrà dirsi compiuto.

Se nei precedenti capitoli Lara si era sempre dovuta confrontare con le conseguenze delle azioni degli altri, in Shadow of the Tomb Raider l'archeologa dovrà farsi carico delle proprie responsabilità: infatti, la grande minaccia incombente, l'Apocalisse Maya, non è stata scatenata dalle azioni del sempre presente ordine Trinity, ma dalla stessa Croft. Il coinvolgimento dell'eroina nell'avventura promette di essere, di conseguenza, senza precedenti, anche grazie a un impatto visivo capace di lasciare veramente senza fiato.
L'avventura si svolge in un affascinante e misterioso mondo nascosto, che la giungla sudamericana ha tenuto lontano dal tocco della modernità: Paititi, la città scoperta dall'archeologa durante le sue ricerche, non è solo un villaggio affascinante, ma è anche l’ambientazione “centrale” più grande mai prodotta per un Tomb Raider. Gli sviluppatori, per permettere ai giocatori di immergersi ancora più nel profondo di una civilità sconosciuta, hanno implementato l'opzione Voice Over Immersion: attivandola, i nativi parleranno nella loro lingua originale, circondando Lara da un coro di suoni misteriosi e rendendo l’esperienza ancora più reale.

© tgcom24

Il villaggio è diviso in diverse aree (mercato, zona dei pescatori, abitazioni, etc.), animate da un gran numero di personaggi che permetteranno, spesso, di accedere a missioni secondarie in grado di sbloccare oggetti o dare l'accesso a frammenti di storia locale. Paititi è un tutt’uno con la natura, che lo circonda e lo invade: la giungla è una presenza costante, assieme affascinante e minacciosa. Al suo interno, oltre i confini delle abitazioni, sono nascoste numerose tombe da esplorare.

Le fasi di combattimento presenteranno, oltre alle meccaniche già viste nei precedenti capitoli, anche una componente di infiltrazione mai vista prima. La possibilità di adottare un approccio furtivo per gli incontri fornisce una maggiore scelta ai giocatori in termini strategici, oltre a inserirsi alla perfezione nell’atmosfera della giungla; per fare un esempio, sfruttando gli elementi dell’ambiente circostante come fogliame e fanghiglia, sarà possibile mimetizzarsi per cogliere di sorpresa i propri avversari.
Abbattere un nemico colto alla sprovvista è un lavoro sporco, che Lara porta a termine mostrando un lato brutale mai così accentuato. Intrappolati nei più remoti angoli dell’America latina, non c’è spazio per le mezze misure, in fondo. Lo stile di combattimento assomiglia al mondo in cui il giocatore è immerso: primitivo, spesso violento.

Le tombe offrono fasi di esplorazione elaborate, con salti e arrampicate che richiedono comandi precisi e in rapida successione, miste a rompicapo intricati. L’ulteriore sviluppo delle funzionalità del rampino ha permesso lo sviluppo di ambienti molto più verticali rispetto a quelli visti in passato, che sfruttano il movimento su più livelli. Le sfide mortali offerte da questi luoghi accompagneranno l’archeologa in una tetra discesa nell’abisso.
Per permettere a ogni tipo di giocatore di godere di Shadow of the Tomb Raider, comunque, il team di sviluppo ha pensato a un sistema di difficoltà completamente configurabile: non solo si potrà impostare il livello di sfida di base, ma grazie a specifiche opzioni si potrà stabilire un livello di difficoltà separato per esplorazione, rompicapo e combattimento.
Una soluzione perfetta per consentire a tutti di godere del miglior Tomb Raider di sempre, a prescindere dalle proprie abilità con il controller. Sviluppato da Eidos-Montréal e Crystal Dynamics affiancati, come di consueto, da Square Enix come produttore, Shadow of the Tomb Raider è pronto a entusiasmare i possessori di Xbox One, PlayStation 4 e PC. Sei pronto a immergerti nella giungla per fermare l’apocalisse? Il destino di Lara, e dell'umanità, dipende da te.