Una antologia sincera, in cui quello che si ascolta si può anche immaginare. "Resto" di Niccolò Agliardi esce il 15 settembre e contiene "Ora" e "Ancora". Con tre brani inediti, a cominciare dal singolo "Johnny" in cui il cantautore racconta il suo nuovo stato di padre affidatario. A Tgcom24 l'artista sottolinea: "In questo lavoro c'è tutto di me per chi mi vuole conoscere, non ho bluffato".
Hai restaurato molte canzoni...
E' stato un gioco di recupero, visto che le canzoni possono essere rimaneggiate, come dice De Gregori, non sono statiche come un quadro ma cangianti. Oggi le ascolto come se fossero nuove e non riesco quasi a immaginarle in un modo diverso. Sono soddisfatto al mille per cento. Anzi, sono orgoglioso.
Racconti questa nuova condizione di padre affidatario in "Johnny"...
Dopo un programma tv che ho fatto l'anno scorso con storie di resistenza e seconda vita, ho intervistato una famiglia affidataria, così ho voluto mettermi in gioco, sono una persona molto fortunata, ho avuto tanto dalla vita e ho pensato che questa questa dose di bene andasse restituita. Ho deciso di prendermi cura di qualcuno, i bilanci li faremo più avanti. Io e il mo Johnny abbiamo fatto un patto di lealtà, con allegria. Con la voglia di guardarsi ogni mattina e di dirsi 'Si va avanti'. Chi è genitore sa cosa significa fare i conti con un adolescente, con la patente e la puzza dei piedi, con l'allegria spregiudicata, la tenerezza e l'indisciplina.
Ci sono anche altri due inediti...
Tutte e tre le canzoni sono legate tra loro, parlano di famiglia. 'Di cosa siamo capaci' racconta una famiglia senza bandiere. 'Colpi forti' è un po' più dura, un confronto molto schietto, da padre a padre.
Perché hai inserito la cover 'Stiamo come stiamo'?
Era l'anno della maturità, avevo visto Sanremo e ascoltando questa canzone di Loredana Bertè e Mia Martini mi è sembrata magica. Aveva qualcosa di fortemente contraddittorio. Da una parte un grande dolore dall'altra una enorme speranza, che poi sono le cose che formano vita. Questa canzone è una testimonianza meravigliosa di questa porta girevole che è la vita. Quei fari che tagliano la notte mi hanno illuminato tante volte.
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Canti "Simili" che hai scritto per Laura Pausini, perché hai svelto questa canzone?
Per l'autenticità. E' una canzone che ho vissuto, una persona mi ha detto 'mi sento molto simile a te'. Mi è piaciuta quella schiettezza con cui ci siamo avvicinati e capiti. Essere timidi è un grande privilegio, tante volte non serve parlare. Dico sempre che mi piacerebbe trovare la donna della mia vita al concerto di De Gregori...
Chi è Niccolò oggi?
Sento che sono diventato grande, il fatto di non piacere a qualcuno non mi fa più così male. Non sono un uomo per tutte le stagioni, è inutile che mi renda simpatico quando forse ho altri talenti. Ho fatto un po' pace con le mie zone d'ombra, sono una persona privilegiata, che fa delle cose divertentissime. E ho deciso di dire grazie a modo mio.
Fai tv, radio, e soprattutto musica...
La musica è solo una parte della mia vita, che mi tiene compagnia e mi ha salvato. C'è la radio, la tv, la scrittura dei libri. Sono tanto felice di aver fatto questa antologia perché c'è tutto, per chi mi vuole conoscere. Non ho bluffato. Chiunque mi sente mi può immaginare.