Gira in monopattino per la città di Milano per offrire assistenza a domicilio agli anziani malati, cade, si frattura un piede, ma non viene risarcita. E' la storia di un'assistente socio-sanitaria a cui l'Inail ha respinto la domanda di riconoscimento di infortunio "sul lavoro in itinere", perché il monopattino "non è consentito dal codice della strada".
L'infortunio La donna, di 50 anni, aveva individuato il monopattino come mezzo più comodo per le sue esigenze. Assunta a tempo determinato da una fondazione che si occupa di assistenza alle persone anziane, la 50enne doveva spostarsi più volte al giorno per raggiungere i suoi pazienti dislocati in tutta la città. La mattina dell'infortunio aveva fatto la prima visita in zona Città Studi, dalle otto alle nove, per poi spostarsi velocemente a Porta Romana. Proprio durante il tragitto è caduta e si è fratturata il malleolo peronale destro. Trentacinque giorni di prognosi e una terapia riabilitativa, questo il referto del pronto soccorso. Una volta ingessata e a risposo l'infermiera, però, ha dovuto fare i conti non solo con la scadenza del contratto di lavoro, ma pure con il rifiuto di risarcimento da parte dell'Inail.
Il paradosso Proprio mentre il Comune sta per lanciare un servizio di sharing che include i monopattini per la mobilità dei milanesi, l'istituto di assicurazione per gli infortuni sul lavoro non li considera mezzi di trasporto. Secondo l'Inail l'incidente non sarebbe avvenuto "per rischio lavorativo, bensì per il verificarsi di rischio generico". Intanto il patronato IncaCgil – al quale si è rivolto la malcapitata dopo aver incassato il rifiuto – si prepara a fare causa all'Inail, mentre il direttore, Francesco Castellotti, osserva che è necessaria "una piccola modifica del codice della strada con l'introduzione del monopattino tra i mezzi di trasporto". Si tratterebbe di un'iniziativa "dettata dal buon senso che tiene insieme le comunità".