Quando arriva il momento dello scambio degli anelli, le lacrime e la gioia non possono mancare: ogni matrimonio o unione che si rispetti viene suggellata da un pegno d'amore pressoché eterno. Ma quel simbolo che spesso portiamo al dito con malcelato orgoglio, per molti maschietti diventa un peso di cui sbarazzarsi perché troppo vincolante e visibile. Ecco le cinque principali ragioni per cui gli uomini sposati spesso se la sfilano.
Ahi, ahi, ahi: così, con un lamento quasi costante e continuo il nostro lui inizia a manifestare la sua insofferenza verso quell'oggetto che "a te sta bene perché sei una donna". Dovrebbe essere un simbolo di appartenenza, quindi di fedeltà e qui sta il punto: l'anello va stretto non tanto al dito, quanto allo spirito libertino del maritino. Se quando si lava il nostro lui toglie la fede, se la leva anche per tirare fuori un cacciavite dalla scatola degli attrezzi, se non perde occasione per farci notare che è un fastidio insopportabile, stiamo attente. Gatta ci cova e il tradimento, anche se solo passeggero, è dietro l'angolo.
Lo sport prima di tutto: sicuramente stringere una racchetta da tennis con l'anello può dare fastidio, ma solo se si è mancini. Se il nostro lui inizia con la solfa che l'attività fisica mal si coniuga (è il caso di dirlo!) con l'anello nuziale, cerchiamo subito di capire qual è la ragione più profonda. In generale, a meno che non si tratti di un anello di proporzioni esagerate, una fede sottile non dà fastidio a nessuno, a meno che in palestra non ci sia una possibile preda pimpante senza nemmeno un filo di cellulite. Un vero schiaffo per noi che, dopo la dieta prematrimoniale, abbiamo ripreso tutti i chili di troppo e anche qualcuno in più, ora che ci siamo rilassate dopo lo stress dei preparativi. Mai abbassare la guardia: iscriviamoci alla sua stessa palestra e attiviamo i radar, il nostro intuito raramente prende un granchio.
Mai fare paragoni: vero è che i Vip , tanto nel mondo del calcio, quanto quelli del cinema o della finanza, non indossano la fede nuziale. Ma è altrettanto vero che a ricordarci che si tratta di uomini impegnati sono la stampa o i social, che non perdono occasione per proporci foto paparazzate e non delle coppie famose. D'altronde, un conto è essere George Clooney e un conto è essere un marito qualsiasi. E chi se ne importa se noi non siamo Amal: noi, la nostra fede la portiamo sempre e non abbiamo bisogno di questi mezzucci per darci alla pazza gioia. In ogni caso, dove non arrivano i paparazzi, arrivano i messaggini: tenere sott'occhio il suo telefonino dovrebbe essere un must. Perché fidarsi è bene, ma...
Novella allergia: mai scoperto prima, mai avuto sentore. Eppure, subito dopo il matrimonio, il nostro maritino ci comunica una intolleranza ai metalli. Peggio: un'allergia che gli provoca un fastidio al limite del dolore fisico! Per evitare inutili discussioni, una semplice ricetta del medico per effettuare i dovuti test dovrebbe sgombrare il campo da dubbi e perplessità. Il verdetto sarà inoppugnabile, la fedeltà... purtroppo no. Ma almeno ci avremo provato.
Abbasso le convenzioni: prima del fatidico "sì" non aveva mai avuto niente da ridire, ma da quando siamo sposati o da quando ci siamo giurati amore eterno è diventato insofferente alle consuetudini sociali. Odia il conformismo, anche se ha tutti, ma proprio TUTTI, gli oggetti che fanno status, dal cellulare alle scarpe, passando per l'immancabile contapassi e la borsa della palestra. Chissà perché però, l'anello nuziale sa di antico, retrogrado, conformista e reazionario. Bene, se così stanno le cose, togliamo la fede anche dal nostro anulare: non per questo andremo a cercare nuovi amori, ma almeno vedremo che effetto avrà il sentirci libere nello stesso modo. Il pan per focaccia non funziona mai, ma provare sulla propria pelle (o sul proprio rapporto) l'equità della situazione può essere un buon modo per rimettere le carte in tavola e parlarsi con sincerità. L'anello non fa l'amore, ma essere consapevoli della tenuta del proprio rapporto oltre l'esteriorità è un assunto fondamentale della propria unione. E così sia.