Il Tribunale supremo elettorale brasiliano (Tse) ha stabilito che Ignacio Lula da Silva non potrà candidarsi alle presidenziali del 7 ottobre in seguito alla sua condanna a dodici anni per corruzione confermata in Appello. Gli avvocati di Lula hanno già fatto sapere che ricorreranno alla Corte Suprema contro la bocciatura da parte del Tse.
Dopo aver dibattuto fino a tarda notte, quattro dei sette giudici hanno votato contro la candidatura di Lula e uno solo a favore. La maggioranza si era dunque già espressa al momento del voto da parte di altri due magistrati.
Lula sta scontando una condanna a dodici anni per corruzione e riciclaggio di denaro sporco, ma è il favorito per tornare alla guida del Brasile per la terza volta nonostante si trovi in carcere. L'ex presidente sostiene da tempo la sua candidatura definendo "una farsa" la sentenza espressa contro di lui.
Qualche giorno fa la Procura dello Stato di San Paolo aveva inoltre chiesto che Fernando Haddad, candidato vicepresidente del Partito dei Lavoratori di Lula, sia imputato di arricchimento illecito. Secondo la Procura, Haddad avrebbe intascato circa 2,6 milioni di reais (620mila dollari) in nero da un'azienda edilizia per la sua campagna elettorale del 2012, quando fu eletto sindaco di San Paolo.