"Non c'è ancora accordo sulla proposta italiana" di modifica delle regole d'ingaggio dell'operazione Sophia. Lo ha detto il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, al termine della riunione di Vienna sull'immigrazione con i suoi omologhi degli Stati Ue. "Mi sento delusa perché ho visto che l'Europa non c'è, ma resto fiduciosa. Ho trovato porte aperte, ma anche chiuse. Crediamo che qualcosa possa cambiare nell'incontro di venerdì", ha aggiunto.
Salvini: "Valuteremo se continuare con Sophia" - "Abbiamo chiesto la rotazione dei porti di sbarco delle navi della missione Sophia, perché non è possibile che tutti i migranti soccorsi vengano da noi come sottoscritto dal Governo Renzi che ci ha lasciato con questa eredità pesante". Lo ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in conferenza stampa a Venezia. "Se dall'Europa arriverà l'ennesimo no dovremo valutare se continuare a spendere soldi per una missione che sulla carta è internazionale ma poi gli oneri ricadono solo su un Paese", ha concluso.
Mogherini: "Auspico soluzione nelle prossime settimane" - Sulla missione Sophia spero "in un risultato concreto nelle prossime settimane. Non è e non sarà un esercizio facile, ma è un dovere, perché in questi anni abbiamo provato che l'Ue può fare la differenza nel Mediterraneo". Così l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, al termine della riunione dei ministri della Difesa dell'Ue. "Perdere questo bene sarebbe un grande passo indietro per gli Stati membri e tutta l'Ue", ha aggiunto.
Trenta: "Su Sophia si gioca l'immagine dell'Europa" - Secondo la Trenta, "sull'operazione Sophia si gioca l'immagine dell'Europa". Durante il vertice, il ministro ha spiegato che "la proposta italiana mira a introdurre una rotazione dei porti di sbarco e un coordinamento che assegni il porto al Paese competente. Finora abbiamo accolto tutti i migranti da soli. Occorre cambiare le regole. Nel 2015 ci siamo assunti la responsabilità politica di far nascere la missione Sophia. Allora si riteneva che l'azione in acque extra-territoriali sarebbe stata solo una prima fase. Le cose in Libia sono andate diversamente e la presenza di Sophia dura ormai da tre anni", ha dichiarato la Trenta. "Siamo aperti a tutti i suggerimenti che riflettano il concetto secondo cui l'Europa è pronta a rispondere alle sfide che la riguardano", ha aggiunto il ministro.
La proposta di modifica si articola in tre punti:
1. Per i salvataggi delle navi militari dei Paesi Ue nell'ambito di Sophia, il porto di sbarco non deve essere più quello italiano. Si chiede di introdurre il principio di rotazione dei porti, connesso ovviamente alla successiva ripartizione dei migranti tra gli Stati membri.
2. Questo nuovo meccanismo varrebbe per ogni evento Sar, a prescindere dalla zona geografica in cui avviene il soccorso (questo per imporci sulla contesa con Malta, che continua a coordinare la sua area Sar, molto grande, ma poi rifiuta l'attracco nei suoi porti perché dice che Lampedusa è più vicina geograficamente). Quindi vale il principio Sar e non quello geografico, come già previsto dall'ultimo aggiornamento della convenzione del Mare, che Malta non a caso si è rifiutata di ratificare.
3. Istituzione di un'unità di coordinamento, composta da un rappresentante di ciascun Stato membro partecipante al meccanismo, gestita da Frontex. Tra le ipotesi portate dalla Trenta anche quella che vuole l'unità localizzata direttamente a Catania, dove è già presente una sede Frontex.