Nella frazione Gallo di Grinzane Cavour

Tentata rapina finisce nel sangue nel Cuneese: gioielliere apre il fuoco, morti due malviventi

Un terzo bandito è stato fermato dopo essersi dato alla fuga. In uno scontro a fuoco, è rimasto ferito a una gamba

E' finito nel sangue l'assalto a una gioielleria di Grinzane Cavour, nel Cuneese. Due banditi sono morti, colpiti dai proiettili esplosi dal titolare del negozio che nel 2015 aveva già subito una violenta rapina. Un terzo bandito è invece riuscito a fuggire, ma è stato fermato dai carabinieri dopo essere stato ferito a una gamba da un colpo d'arma da fuoco.

Tutto è accaduto intorno alle 18:30 nella gioielleria Mario Roggero in via Garibaldi, la via centrale che da Alba porta a Barolo, di fronte ai passanti terrorizzati, illesi per una questione di pochi metri. "Mi batte il cuore - dice una ragazza - è stato terribile: ho avuto paura di morire". Almeno cinque i colpi di pistola esplosi all'indirizzo dei malviventi, che sono morti a pochi metri dall'ingresso del negozio, uno in mezzo alla strada, l'altro all'angolo con una vita laterale.

L'intervento dei sanitari del 118 è stato immediato, ma per entrambi non c'è stato nulla da fare. Un terzo bandito, secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni, si sarebbe allontanato in auto. Posti di blocco sono stati allestiti in tutta la provincia. "Stavamo preparando i lavori del Consiglio comunale, quando abbiamo sentito gli spari in strada", racconta il sindaco Gianfranco Garau davanti al municipio, che si trova a due passi dalla gioielleria. "Mi sono spaventato e sono sceso a controllare - aggiunge il primo cittadino -. La situazione è ancora confusa. So solo che è stata presa di mira una famiglia onesta e per bene, ora sotto shock".

Il precedente nel 2015 La gioielleria aveva già subito una rapina alcuni anni fa. Il 22 maggio 2015 il titolare, Mario Roggero, e le due figlie, vennero legati e chiusi in bagno dai rapinatori, che poi fuggirono con gioielli e orologi per un valore complessivo di circa 300mila euro. A dare l'allarme furono le ragazze, dopo essere riuscite a liberarsi. Alcuni mesi dopo, grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che avevano ripreso l'auto della fuga, due banditi vennero arrestati dai carabinieri.