"Ho fatto solo il mio lavoro e sono pronto a rifarlo. Mi spiace per il procuratore di Agrigento. Penso che con tutti i problemi che ha la Sicilia, la priorità non sia certo indagare Salvini". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati per il caso Diciotti. "Se il tribunale dei ministri dirà che devo essere processato, andrò dai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore".
"Io un sequestratore?" - Intervistato da Libero, il vicepremier precisa che "mai avrei pensato di poter essere accusato di sequestro di persona. Io ho agito per difendere i confini del mio Paese. Se questo è il prezzo che devo pagare, ok. Ma nessun magistrato creda di potermi fermare con un'inchiesta".
Salvini non pensa assolutamente a cercare voti amici in Senato per evitare il processo, anzi. "Se il Tribunale dirà che devo essere processato andrò davanti ai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore. Voglio proprio vedere come va a finire".
Se arrivasse un'altra nave il ministro dice che "sì, mi comporterei alla stessa maniera" e aggiunge che "da quando è iniziato il caso Diciotti di navi dalla rotta del Sud Mediterraneo non ne sono più partite" e ancora: "Si ricorda le polemiche per la mia circolare nella quale chiedevo una stretta sulla concessione delle domande d'asilo? Da allora il loro numero è diminuito drasticamente".
Diciotti, "macché linea dura, solo coerenza" - Poi, ancora sulla Diciotti, il vicepremier spiega che quella adottata non è la linea dura. "Si tratta di coerenza - spiega -. E quella paga, sempre. Siamo riusciti a fare una cosa mai fatta prima: coinvolgere un Paese dell'Est, l'Albania, e la Chiesa".
Sul capitolo riforma della giustizia Salvini non ha dubbi. "Non è normale che ci siano processi che durano anni e poi c'è chi intasa le aule di giustizia con procedimenti assurdi come quello contro di me. Ma scherziamo?".
L'entrata in gioco dell'Albania la spiega con il cambiamento di obiettivi. L'Italia ha cercato alternative all'Unione europea sul fronte migranti e ha cominciato un dialogo, spiega, anche con altri Paesi dell'Est. Sull'imminente incontro con Viktor Orban, dice che si parlerà di controllo delle frontiere esterne. Sottolinea che i vescovi italiani hanno parlato con lui e hanno così deciso di prendersi in carico una quota dei migranti della Diciotti e, parlando di ipotesi di nuove elezioni, chiude sugli alleati di governo. "Con Conte e Di Maio abbiamo fatto di più in pochi mesi che la sinistra in sei anni di governo".