Sin dalla sua infanzia a Berna, Ginevra e Beatenberg passando dal suo matrimonio con la svizzera Antonietta de Watteville e i loro soggiorni sia in Romandia che in Svizzera tedesca, fino agli ultimi decenni trascorsi a Rossinière, Balthasar Klossowski de Rola (1908-2001), alias Balthus, ha intrattenuto un rapporto speciale con la Svizzera. Ecco perché la Fondazione Beyeler di Basilea ha deciso di dedicare al leggendario artista polacco - naturalizzato francese - una bella retrospettiva (dal 2 settembre 2018 al 1 gennaio 2019).
Punto di partenza è il capolavoro Passage du Commerce-Saint-André dipinto da Balthus tra il 1952 e il 1954 e da lungo tempo in deposito presso la stessa Fondazione. Opera monumentale per grandezza (il dipinto copre una superficie di quasi dieci metri quadrati) e per qualità, la tela rappresenta il vicolo su cui si affacciava lo studio dell’artista in uno dei quartieri più storici di Parigi lungo boulevard Saint Germain e non lontano dal famoso caffè Procope, luogo di ritrovo di rivoluzionari come Marat e Danton. Un sobborgo ricco di memoria e di storia, che Balthus sintetizza in un incrocio di vie e in una cortina di palazzi dalle facciate austere, dalle finestre chiuse o buie, dalle vetrine sprangate e il tutto avvolto da un silenzio straniante. Otto personaggi (e un cane) popolano questo angolo urbano come fossero usciti da qualche racconto di Andersen, abituati a stare più tra le pagine di un libro che nella realtà.
Come sempre accade, nei quadri di Balthus l’atmosfera è sospesa e magica, i colori assecondano l’evocazione di un racconto che ha la sua morale nel mistero dell’esistenza e nell’idea che la condizione più vera dell’uomo è quella della solitudine, anche quando vive nel cuore di una delle più grandi e affascinanti città del mondo. Dietro l’apparente tranquillità di un crocevia cittadino, quasi commovente per la presenza di bimbi, anziani e giovani donne pensose, convergono sogno e realtà, erotismo e innocenza, obbiettività e mistero, il famigliare e l’insolito, il brivido e lo stupore, in un continuo gioco di rimandi e di opposti. In verità, anche il percorso artistico di Balthus è stato un cammino solitario, lontano dalle avanguardie, distante dalla comprensione del pubblico, ma che si è rivelato come uno dei maggior innovatori del XX secolo.
La mostra, che riunisce una quarantina di opere maggiormente rappresentative di tutti i periodi creativi dell’artista, si sposterà poi a Madrid, al Museo Nazionale Thyssen- Bornemisza.