E' arrivato il primo ok alla risoluzione

Bilancio Ue 2019: più fondi ai giovani e lotta al cambiamento climatico

Il Parlamento europeo ha approvato la proposta di bilancio della Commissione fissando le priorità per il prossimo anno

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In primo luogo più fondi ai giovani e lotta al cambiamento climatico, ma anche gestione della migrazione, attenzione alla sicurezza e sostegno alla crescita. Saranno queste le priorità del prossimo bilancio dell'Unione europea, quello del 2019. La risoluzione è stata approvata in Parlamento con 399 sì, 146 no e 87 astensioni.

La risoluzione è stata preparata dal relatore per il bilancio Daniele Viotti. Si tratta della prima risposta del Parlamento europeo al progetto di bilancio dell'Ue per il 2019, presentato dalla Commissione il 23 maggio scorso. Nel testo, i deputati affermano che l'Iniziativa europea per l'occupazione giovanile (Ies) dovrebbe essere ulteriormente rafforzata, rilevando che la disoccupazione giovanile è ancora più elevata di quella del 2007.

Inoltre condannano la modesta entità dell'aumento per il programma dell'Ue per la competitività delle piccole e medie imprese (Cosme) e ricordano che si tratta di un "programma di successo che ha molti più candidati che beneficiari di finanziamenti".

"Ci concentreremo sulla creazione di posti di lavoro, la definizione di una nuova politica per la gestione dei flussi migratori", ha riferito in una nota Viotti subito dopo il voto alla Plenaria a Strasburgo grazie al quale il Parlamento europeo gli ha dato un ampio mandato per negoziare con Commissione e Consiglio il prossimo bilancio europeo per il 2019.

Nell'intervento in aula, Viotti ha evidenziato che "il tema dei flussi migratori va affrontato in modo complesso e complessivo, che le soluzioni si troveranno ma ci vorranno anni, soldi, idee e politiche adeguate".

"Ci vorranno soldi per investire in Africa -  ha spiegato Viotti -  e sradicare le ragioni delle migrazioni: la fame, la siccità, le malattie e per avviare un percorso di educazione alla democrazia. Parallelamente, però dobbiamo occuparci delle altre questioni aperte. Non possiamo consegnare ai cittadini europei programmi dalle grandi aspettative privi di adeguati strumenti economici. Dobbiamo ridare speranza a un intero continente, partendo dai giovani. Abbiamo bisogno di più Europa e non di più confini. Se ci sono emergenze nel nostro continente sono la disoccupazione, che è al 20%, la perdita di competitività delle nostre aziende, la necessità del sostegno alle piccole e medie imprese".

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