Garantire la sicurezza dei giornalisti, il pluralismo e la libertà dei media. E' lo scopo della nuova risoluzione presentata dall'eurodeputata italiana Barbara Spinelli e approvata con 488 voti in favore, 43 contrari e 114 astensioni. Perché le "fake news" non dovrebbero “mai mirare a minare la fiducia dei cittadini nei media e a screditare e criminalizzare le voci critiche". Ma anche perché "gli Stati membri dovrebbero creare e mantenere, di fatto e di diritto, un ambiente sicuro per i giornalisti".
Garantire il pluralismo - Con la risoluzione i deputati chiedono alla Commissione europea uno stanziamento adeguato e permanente all’interno del bilancio Ue per sostenere il Centro per il pluralismo e la libertà dei media e per creare un meccanismo di supervisione indipendente che valuti i rischi per il pluralismo e la libertà dei media in Europa.
Gli eurodeputati invitano i Paesi Ue a rafforzare il sostegno finanziario ai fornitori di servizio pubblico e ai giornalisti investigativi, astenendosi dal prendere parte alle decisioni editoriali. Tutti "i finanziamenti pubblici erogati ai proprietari dei media dovrebbero essere regolarmente monitorati", aggiunge il testo.
Tutelare i giornalisti - Per proteggere i giornalisti dalla violenza, dovrebbe essere istituito un organismo di regolamentazione indipendente e imparziale che cooperi con le organizzazioni dei giornalisti e incaricato di monitorare e riferire in merito alle minacce subite. I giornalisti la cui libertà è messa a rischio hanno bisogno di procedure giuridiche efficaci per evitare l’auto censura. Il Parlamento europeo ha ritenuto importante affrontare il tema della sicurezza dei giornalisti in particolare dopo episodi di violenza che hanno portato alla morte della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia e del giornalista slovacco Jan Kuciak e della sua fidanzata.
Fake news - Il testo della risoluzione osserva che l’uso del termine ‘fake news’ non dovrebbe “mai mirare a minare la fiducia dei cittadini nei media e a screditare e criminalizzare le voci critiche”. Per promuovere e proteggere le informazioni obiettive, i deputati incoraggiano le società di social media e le piattaforme online a sviluppare strumenti che consentano agli utenti di segnalare potenziali notizie false, facilitare le rettifiche e consentire revisioni da parte di organizzazioni certificate, indipendenti e imparziali di controllo dei fatti. Infine, i deputati chiedono alla Commissione europea di proporre una direttiva anti-Slapp (azioni legali tese a bloccare la partecipazione pubblica) che protegga i media indipendenti da azioni legali volte semplicemente a farli tacere o a intimidirli.
"Nella stesura della relazione ho cercato di sottolineare che il concetto di ‘fake news’ è vago ed è sempre più applicato alla sola sfera di internet. Ho cercato di aderire il più possibile alla lettera della Dichiarazione congiunta sulla libertà di espressione e 'fake news', disinformazione e propaganda, con la quale condivido l’opinione che il diritto umano di comunicare informazioni e idee non può limitarsi a dichiarazioni 'corrette', ma anche la parte in cui si chiede di ‘proteggere le informazioni e le idee che possono scioccare, offendere e disturbare", ha detto la relatrice Barbara Spinelli.
Inoltre i deputati, preoccupati per l’aumento del cyberbullismo, del ‘revenge porn’ e degli abusi sessuali sui minori, ribadiscono che i media devono rispettare in pieno gli interessi e i diritti dei minori. Chiedono una legislazione che comprenda norme sull’individuazione, segnalazione e rimozione dai social media dei contenuti dannosi per la dignità umana.