Un passo avanti, ma non è ancora arrivata a concludersi, dopo le sollecitazioni rivolte dalla Farnesina a Bruxelles, l'odissea della nave Diciotti che è arrivata nel porto di Catania. La nave della Guardia costiera resta ormeggiata, ma - come annunciato dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini - nessuno scenderà a terra prima di una decisione sulla ripartizione dei naufraghi tra i Paesi dell'Ue. Organizzato sul molo un servizio di sorveglianza.
Viminale vuole certezze dall'Ue sulla ripartizione - Il porto di Catania è stato indicato come porto sicuro, ma anche come "scalo tecnico", quindi senza sbarco, per la nave in attesa del piano di ripartizione dei migranti con i Paesi dell'Unione Europea. La motonave della Guardia costiera italiana è stata costretta negli ultimi tre giorni - dei cinque passati nell'incertezza della destinazione - a fare avanti e indietro in rada a Lampedusa, con il suo carico umano di 177 migranti tratti in salvo il 16 agosto. Malta si è rifiutata di accoglierli, e l'Italia di farli sbarcare in mancanza di un accordo Ue sulla ripartizione dei profughi. Un tasto, questo, sul quale il ministro Salvini non molla, se l'Europa non darà garanzie granitiche.
Dopo il lavoro diplomatico del ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi che domenica sera ha scritto alla Commissione Ue chiedendole di risolvere il problema suddividendo i migranti tra i Paesi "volenterosi", finalmente il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, nel ha potuto twittare: "Diciotti attraccherà a Catania. I valorosi uomini della guardia costiera hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l'Europa faccia in fretta la propria parte".
Nessuno scontro tra ministero dei Trasporti e Viminale - Dall'annuncio non passa nemmeno mezz'ora, che il Viminale ha spiegato che fino a quando non ci sarà la certezza dell'accordo, il ministro della Lega non darà "alcuna autorizzazione allo sbarco": Salvini, anzi, è pronto a rimandare i migranti "nei porti di partenza". Posizioni che sono state lette come un contrasto fra i due ministri, ma in serata da fonti del Mit è stato precisato che non c'è stato alcuno "scontro" tra i due ministri, che anzi "condividono l'approccio complessivo sull'emergenza immigrazione". Le stesse fonti precisano che "il Mit, in ragione delle proprie prerogative, conduce all'attracco in porto la Diciotti. Tutto ciò che succede dopo, relativamente allo sbarco, è competenza del ministero dell'Interno che sta opportunamente chiedendo all'Europa di assumersi le proprie responsabilità".
Ue ancora non commenta - Tove Ernst, portavoce della Commissione Ue per la Migrazione, ha evitato repliche schermandosi dietro un "non commentiamo scenari ipotetici" e premettendo che si lavora "per trovare una soluzione, la più rapida possibile: siamo stati contattati dalle autorità italiane e stiamo contattando gli Stati membri". "Voglio capire - ha poi aggiunto Salvini motivando i 'paletti' allo sbarco - se le accuse a Malta, formulate dagli immigrati arrivati l'altro giorno a Lampedusa, sono vere oppure no. In caso positivo, saremmo davanti all'ennesima prova dell'inesistenza dell'Europa, dove troppi Paesi fanno i furbi a danno dell'Italia".
Profughi abbandonati dai maltesi dopo il soccorso - Agli investigatori della polizia giudiziaria alcuni dei profughi fatti sbarcare a Lampedusa per problemi di salute, avrebbero dichiarato di essere stati "abbandonati" dai maltesi che inizialmente li avevano soccorsi. Della vicenda si occupa la Procura di Agrigento che ha aperto un'inchiesta per identificare gli scafisti e accertare le condizioni dei 177 immigrati a bordo della motonave Diciotti. Sullo 'status' dei profughi, c'e' polemica ed e' intervenuto Mauro Palma, il Garante dei diritti delle persone detenute e private della liberta', che ha informato le alte cariche dello Stato sugli aspetti "di rilevanza umanitaria" dei migranti "in permanenza forzata" sulla Diciotti. Al Presidente della Repubblica si era appellato anche Salvatore Martello, il sindaco di Lampedusa. "Siamo di fronte all'ennesima situazione di stallo, dove a pagare sono sempre i piu' vulnerabili, soprattutto i bambini, e che viola qualsiasi convenzione sui diritti umani", ha denunciato Ida Di Benedetto, portavoce di Save The Children.