Secondo una recente ricerca Doxa, la più importante azienda italiana di ricerche di mercato che opera come gruppo anche nella comunicazione digitale e corporate, in Italia sono oltre 300 mila i “lavoratori nomadi”, ovvero coloro che si spostano autonomamente da un luogo di lavoro a un altro, con orari e strumenti variabili, garantendo l’obiettivo di eseguire al meglio la propria mansione.
La moda arriva in soccorso e, per rendere più agili gli spostamenti dei nuovi smart workers carichi di laptop, taccuini, smartphone e caricatori vari, sdogana la funzionalità studentesca dello zaino mandando in pensione borse a mano e cartelle ventiquattrore. Tra i primi a dettare la linea fu Miuccia Prada che, a fine Anni 80, rivisitò l’immagine di questo accessorio destinato a diventare un cult. Non uno zaino qualsiasi.
Un design minimal caratterizzato da due taschini sul davanti e logo in vista, lo stesso delle chiusure dei bauli venduti a inizio 900 dal nonno Mario. E un tessuto ultra light ma molto resistente lo hanno reso un’icona: ”Black nylon”, nero e di Nylon. Bastavano infatti queste due parole per capire di quale accessorio si parlasse: portato con sé da manager e professionisti, lo zaino entrò con discrezione negli uffici annunciando una rivoluzione di stile innovativa.
Funzionale e alla moda, lo zaino in questo momento sta avendo un vero momento di gloria. Dai modelli più classici, a quelli a tracolla, con dettagli couture o in tessuti performanti. Tra le novità spiccano le collaborazioni tra Eastpak con Raf Simons e MSGM, Prada con Rem Koolhaas. E ancora l’animo high-tech, sportivo e inconfondibile che caratterizza i modelli di Piquadro e Bric’s o le variazioni super glamour di Givenchy e Coach.
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