A settembre il modello 2019

Jeep Wrangler, provarlo è pura emozione

Lʼicona Jeep “è” il fuoristrada come devʼessere

Il Suv? Roba da fighetti, da fashion victims che inseguono tendenze, perché il fuoristrada è tuttʼaltra roba e chi sceglie un Jeep Wrangler sa che cosa va a guidare. Perché lʼicona Jeep “è” il fuoristrada, il 4x4 come deve essere, e nessuno penserebbe mai di chiamarlo Suv… Oggi Wrangler si rinnova ancora, ha un telaio nuovo e sempre solidissimo, due soluzioni diverse di trazione integrale e la versione Rubicon persino le ruote tassellate.

Il Dna insomma è quello di sempre, ma adesso Jeep Wrangler vi aggiunge un handling più confortevole e un abitacolo più curato e tecnologico. Siamo andati sul circuito austriaco dello Spielberg a provare le nuove Jeep Wrangler 2019, versioni Sahara e Rubicon. Il tracciato ha messo alla prova la dinamicità, mentre il percorso offroad allestito lʼabilità, affrontando i terreni più dissestati e asimmetrici come niente fosse. Un veicolo, per dare unʼidea, che scala rampe che manco un ascensore potrebbe! La capacità di guado è pari a 76 cm! A seconda degli allestimenti, ci sono due tipi di trazione integrale del tipo on demand: Command-Trac e Rock-Trac.

Entrambi sono dotati di scatola di rinvio Selec-Trac full time a due velocità per il monitoraggio e la gestione continua della coppia inviata alle ruote anteriori e posteriori. Nuovo Wrangler può passare dalla marcia a due ruote motrici a quella a quattro anche in movimento, fino alla velocità di 72 km/h. Il veicolo poggia sugli americanissimi assali Dana di ultima generazione, ha bloccaggi elettrici dei differenziali e il differenziale a slittamento limitato, con la barra stabilizzatrice anteriore a scollegamento elettronico (per Rubicon). Una primizia nel campo e un sicuro punto di riferimento per lʼindustria automotive dei prossimi anni.

In Europa Wrangler 2019 conterà su motori diversi da quelli in uso oltre Atlantico. Nello specifico il 2.0 turbo benzina (che arriverà a fine anno) e il MultiJet II turbodiesel 2.2 da 200 CV che abbiamo provato, abbinato al nuovo cambio automatico a 8 rapporti. Un motore “italiano”, come tutti i MultiJet, rinnovato grazie alla più elevata pressione dʼiniezione a 2.000 bar e quindi più efficiente del vecchio 2.8 CRD. La coppia massima è praticamente la stessa ‒ 450 Nm a 2.000 giri ‒ ma i consumi sono molto più bassi, 7,6 litri per 100 km nel ciclo misto contro gli 8,8 di prima.

Esteticamente la nostra Jeep si presenta come una grande wagon a 3 o 5 porte, molto lunga e larga (4,882 e 1,894 metri), con inedite soluzioni open air per trasformarla in decappottabile e con le classiche portiere rimovibili. È più facile da guidare, grazie ai sensori per la marcia e alla telecamera per parcheggiare e fare manovre complesse. LʼESC si arricchisce del sistema anti-ribaltamento elettronico, ma stupiscono i soli 4 airbag di serie. Più alta la dotazione tecnologica, che include i fari anteriori e posteriori a LED, lʼinfotainment Uconnect con nuove funzionalità e schermi touch ad alta definizione. In concessionaria da settembre, il 4x4 è offerto nelle versioni Sport, Sahara, Sahara con pack Overland, Rubicon, per prezzi che partono da 48.000 euro.