Il documento stilato da Bruxelles sulla revisione del mandato strategico dell'operazione Sophia non contiene una proposta sui porti di sbarco per i migranti salvati in mare. L'assenza ha lasciato sorpresa l'Italia, che alla riunione del Comitato politico e di sicurezza Ue ha chiesto al Servizio per l'azione esterna di avanzare una proposta alla riunione del gruppo di lavoro della prossima settimana. Lo si apprende da fonti diplomatiche.
Nel documento, è stato lasciato uno spazio vuoto (quello che dovrà essere riempito dalla proposta), accompagnato da alcune righe, in cui si dichiara la necessità di trovare un accordo tra gli Stati, che sia in linea con i risultati del vertice europeo dei leader di fine giugno, e vada cioè nella direzione di una responsabilità condivisa.
Alla riunione del Cops l'Italia è stata molto ferma nel ribadire la propria posizione secondo cui, con la fine della missione di Frontex-Triton, a febbraio (ora è sostituita da Themis), il piano operativo - che attualmente prevede che i migranti soccorsi siano sbarcati nei porto italiani - non può più essere considerato vigente, e quindi molto ferma sulla necessità di trovare una soluzione entro le cinque settimane concordate, al termine delle quali si riserva proprie iniziative.
Al dibattito, un numero definito "importante" di Stati ha evidenziato che l'attuale piano operativo è valido fino a fine dicembre, e vorrebbe mantenerlo. Il lavoro sul mandato della missione Sophia continuerà con due riunioni del gruppo di lavoro e altri due Cops (il 21 e 28 agosto), mentre per il 29 agosto, a Vienna, è fissata la riunione informale dei ministri della Difesa dell'Ue.