Alzi la mano chi non ha mai avuto bisogno di ripetizioni: Matematica, Fisica o Filosofia possono essere materie particolarmente complesse che richiedono l'aiuto di un tutor, eppure da qualche mese c'è una "disciplina" che sta monopolizzando le attenzioni di genitori e figli. Stando a un articolo del Wall Street Journal, molti genitori statunitensi stanno assumendo dei tutor per permettere ai propri figli di migliorare nel gioco del momento, il famigerato Fortnite: Battle Royale.
Per quanto assurda possa sembrare l'idea, sembra che alcuni genitori non sopportino l'idea che i propri figli possano perdere una sfida multiplayer online, mentre altri definiscono questa mossa necessaria per poter superare l'imbarazzo che si prova nelle prime partite del free-to-play sviluppato da Epic Games. Non manca chi arriva addirittura a prendere lezioni private insieme al proprio figlio nel tentativo di avvicinarsi a lui e "consolidare il proprio rapporto".
Il fenomeno, che dallo scorso marzo a oggi si è esteso in tutto il mondo, ha visto migliaia di genitori ricorrere a giocatori professionisti che svolgono il ruolo di "coach" per aiutare ragazzi e adulti a migliorare le proprie abilità in Fortnite. In rete non mancano infatti portali creati appositamente per offrire questi servizi, resi particolarmente popolari grazie agli annunci sui social network. Un singolo sito, in particolare, avrebbe soddisfatto più di 1.400 richieste in meno di sei mesi.
Increduli gli stessi "coach", che nella maggior parte dei casi sono ragazzi di 18 anni già addentrati nel mondo eSports. Un giovane tutor dello Utah sostiene che "suo padre non lo avrebbe mai pagato per prendere lezioni su come giocare ai videogiochi", eppure sembrerebbe che il numero di genitori disposti a pagare pur di aiutare i figli a diventare più esperti in Fortnite (che, almeno in teoria, dovrebbe essere un semplice passatempo) sia in continuo aumento.