E' polemica sulla contemporanea uscita in sala e in streaming il 12 settembre, dopo l'apertura di Orizzonti alla Mostra di Venezia, del film "Sulla mia pelle" di Alessio Cremonini. Il film racconta l'ultima settimana della vita di Stefano Cucchi, interpretato da Alessandro Borghi. Allarme e polemiche dagli esercenti per la messa in streaming del film. "E' una opportunità - risponde il produttore Andrea Occhipinti -. Non è una 'fuga in avanti'".
"Dal 12 settembre sarà disponibile su Netflix in 190 paesi, oltre al nostro. È un fatto straordinario che la storia di Stefano Cucchi possa essere raccontata in tutto il mondo e che quindi questo nostro film, così importante per le sue qualità cinematografiche e per l'argomento trattato, abbia un pubblico potenziale così vasto" dichiara in una nota Andrea Occhipinti, amministratore unico di Lucky Red. "Siamo molto felici - aggiunge - che 'Sulla mia pelle' sia stato scelto da Alberto Barbera per aprire Orizzonti e che Netflix lo abbia acquistato. È sicuramente indice del fatto che abbiamo prodotto un grande film. Pensiamo che proporre agli esercenti la programmazione in contemporanea del film nelle sale, come avviene con tanti contenuti alternativi che poi hanno il loro sfruttamento su altre piattaforme, sia un'opportunità".
"Non è quindi un'imposizione - prosegue Occhipinti - ma una libera scelta. Un'opportunità di dare al pubblico la possibilità di vedere il film anche sul grande schermo. Questa non è una 'fuga in avanti'. Noi crediamo da sempre nella centralità e nel futuro della sala cinematografica; nei nostri trent'anni di attività siamo sempre stati coerenti e lo abbiamo dimostrato con investimenti diretti e indiretti. C'è inoltre - conclude - una grande disponibilità del cast, Alessandro Borghi in primis, di accompagnare il film nei cinema, per stimolare un dibattito importante sull'episodio che tutti conosciamo. Ognuno sarà quindi libero di scegliere se programmarlo o no. Stiamo sondando l'interesse dell'esercizio per valutare le modalità migliori di programmazione e decideremo di conseguenza. L'ultima cosa che vogliamo è penalizzare il rapporto tra il pubblico e la sala. Da sempre lavoriamo per il contrario".