I sanitari del Pronto soccorso del "Grande ospedale metropolitano" di Reggio Calabria devono ricorrere al cartone per immobilizzare le fratture non gravi dei pazienti che si presentano nelle ore notturne quando il reparto di Ortopedia è chiuso. Una situazione che si protrae da molto tempo.
La denuncia degli operatori - Il sito del "Corriere della Calabria" riporta la testimonianza da Gianluigi Scaffidi, un medico in pensione da alcuni mesi che ha operato per 40 anni proprio nell'ospedale reggino e che oggi è un rappresentante dell’Anaao (l’associazione dei medici ospedalieri) della Calabria. "Gli infermieri, a cui spetta il compito di immobilizzare le parti fratturate - riferisce il sanitario - a volte non sono in grado di svolgere quel compito, visto che nessuno ha mai pensato di far seguire loro un corso di aggiornamento. Il Pronto soccorso non procede con l'approvvigionamento del materiale perché la farmacia dell'ospedale impone precisi limiti di spesa, in ossequio alle direttive del direttore generale, Frank Benedetto, ed alla necessità di raggiungere il pareggio di bilancio".
Secondo Gianluigi Scaffidi, segretario aziendale del sindacato Anaao-Assomed, "nemmeno in un ospedale del terzo mondo gestito dai medici di Emergency si vedono queste cose. Non capisco come il primario del Pronto soccorso possa consentire questi obbrobri e restare al suo posto". "I medici di Ortopedia, da parte loro - scrive ancora il sito - sono al limite della sopportazione. Sono loro, alla riapertura del reparto, a dovere rimediare alle soluzioni adottate dal Pronto soccorso. Disservizi che si sommano a tutti gli altri. Quella di Ortopedia, così come molte altre unità dell'ospedale, è diventata il principale punto di riferimento della provincia, a causa dello smantellamento del reparto di Melito Porto Salvo, dell'operatività a singhiozzo di quello di Locri e dell'esiguità dei posti letto disponibili a Polistena".
La replica della struttura ospedaliera - "Il paziente è arrivato in pronto soccorso già con la stabilizzazione di cartone e noi non l'abbiamo tolta solo per evitare di perdere tempo e per fare subito una radiografia allo scopo di prevenire eventuali complicazioni". Lo ha detto all'Ansa il primario del Pronto Soccorso dell'ospedale di Reggio Calabria Angelo Ianni a conclusione della direzione aziendale riunitasi dopo il caso delle fratture che sarebbero state curate con stecche di cartone.
Siclari: "In Calabria una vera e propria emergenza" - L'episodio verificatosi al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria non sarebbe isolato visto lo stato in cui versa tutta la sanità della regione. Come denuncia Marco Siclari ai microfoni di Tgcom24, senatore e capogruppo in commissione Salute per Forza Italia, "in Calabria c'è una emergenza sanitaria totale che riguarda il pubblico come il privato. Hanno chiuso diverse strutture e abbiamo reparti a Locri che operano senza avere primari in carica. Nello stesso ospedale di Reggio dove si medica con i cartoni, operano solo due ecografisti. Come se non bastasse dal 5 giugno le strutture sanitarie private e convenzionate con il SSN non erogano a prezzo di convenzione i loro servizi perché c'è un contenzioso aperto dal commissario Massimo Scura che ha imposto dei tagli anche del 40 o 60 per cento. I privati stanno licenziando una media del 30 per cento di operatori sanitari e medici perché non riescono più a pagare il personale. Se un paziente va in struttura privata paga a prezzo pieno prestazioni essenziali come tac o ecografie e se non può pagare di tasca propria non accede alla prestazione".
Come conclude il senatore Siclari, "assistiamo a una situazione di collasso che deriva da dieci anni di commissariamento, procedura che impone per forza di cose il rispetto dei piani di rientro. Ma si taglia senza conoscere gli effetti sugli assistiti e si finisce per negare il diritto alla salute. Siamo oltre il minimo, è a rischio il diritto alla salute che è previsto dall'articolo 32 della nostra Costituzione, l'unico che usa l'aggettivo 'fondamentale', un diritto per il quale non si può avere deroghe di sorta. Per questo motivo tutti i giorni in Senato sto chiedendo la fine del commissariamento per quanto riguarda la sanità calabrese".
I provvedimenti del Ministero della Salute - Sulla vicenda è intervenuta anche il ministro della Salute, Giulia Grillo, attraverso una nota: "Quello che è accaduto al pronto soccorso del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria è di una gravità estrema. I carabinieri del Nas sono già stati sul posto e i miei Uffici hanno formalmente preso contatti con il Commissario Scura e con il Direttore generale, a cui chiederemo di riferire, con urgenza e puntualmente, sui gravi fatti denunciati dalla stampa. Come ministro della Salute, assicuro tutto il mio impegno ad andare fino in fondo alla questione, sia per far emergere le relative responsabilità, sia per evitare che fatti come questo si ripetano in futuro".