Il 22 luglio Nia Wilson, afroamericana di 18 anni, è stata uccisa a coltellate in una stazione dei bus a Oakland, in California, da John Lee Cowell, un senzatetto con una lunga scia di precedenti penali. La polizia "sta cercando di dire che era malato e pazzo, ma è stato un atto di razzismo", ha affermato la sorella della vittima. A darle ragione è l'attrice Anne Hathaway, che su Instagram ha scritto: "Era una ragazza nera ed è stata uccisa a sangue freddo da un uomo bianco".
"Gli afroamericani temono per la loro vita quotidianamente in America e questo va avanti da generazioni. I bianchi non hanno la stessa paura. La morte di Nia Wilson non può rimanere nel silenzio, il suo non è solo un hashtag", ha proseguito la star di Hollywood.
Cowell ha accoltellato anche la sorella della vittima, la 26enne Letifah Wilson, ora ricoverata in ospedale per le lesioni riportate. L'uomo ha numerosi precedenti penali e, secondo quanto riferito dalla sua famiglia, ha sofferto di disturbi mentali per "la maggior parte della sua vita", tra cui schizofrenia e bipolarismo. Da diversi giorni la comunità afroamericana di Oakland protesta chiedendo giustizia.
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